Le cronache sono un vento di tempesta: lo spread che altalena su cifre che il Paese farà molta fatica a pagare, la produzione industriale crollata del 9%, il disfacimento sempre più evidente dell’Europa, un governo tecnico che sta facendo tutto quanto è in suo potere per rendere le cose ancora più difficili. E poi la mattanza dei diritti, l’articolo 18 menomato dalla ministra dei licenziamenti, il governo delle banche, le lettere della Bce, il terremoto, le difficoltà finanziarie sempre più evidenti: insomma un vaso di Pandora che rischia di scoperchiarsi da un momento all’altro. E insieme i drammi, le difficoltà. le paure di milioni di italiani.
Ma basta spostare lo sguardo sulla direzione nazionale del Pd per avere una visione rasserenante: il tifone che sta investendo il Paese pare una pioggerella estiva, come se il partito vivesse sotto una di quelle campane che servono per conservare le torte. E dunque tutto procede come in mulino bianco della politica: Bersani si presenta alle primarie – “aperte” non si sa bene come – proponendo un’alleanza con tutti purché siano moderati, che tradotto vuol dire, purché non si sognino di avere qualche idea politica. E avrà come avversario il sindaco di Firenze, un modernissimo arnese che si muove tra aziende familiari, sacrestie, studi televisivi berlusconiani e rassicurante assenza di buone letture, se si esclude Pinocchio. Pare sia un fan di Lucignolo.
I problemi del Paese, quelli enormi e inquietanti per la nostra sovranità e sopravvivenza posti dal governo Monti, l’Euro,la finanza, i diritti civili, la precarietà, le pensioni, la scuola, i salari, i diritti, le tasse, insomma tutte queste noiosaggini sono giustamente bandite: silenzio in sala, siamo il Pd, cioè il partito del poi dopo. Infatti solo oggi le sublimi teste della direzione si sono accorte che il patto scellerato sull’Agcom e la Privacy è qualcosa che al Paese appare repellente.
Però non tutto è perduto: la scelta alle primarie non si limiterà a Geppetto e Lucignolo, c’è una terza candidatura che si prepara anche se non è ancora venuta allo scoperto, quella dell’on. Massimo Niente. Sebbene presente da tre legislature e passa in Parlamento è sempre rimasto abbastanza defilato da poter passare come volto nuovo ed è un temibile avversario: moderno, spigliato, moderato per vocazione, difensore infaticabile della tesi che in Parlamento e nei partiti non bisogna perder tempo a fare politica, cosa che rasserena molto i tecnici e Confindustria, ha tutte le carte in regola per sfondare nelle primarie.
Tra i due candidati ufficiali serpeggia infatti un certo timore, sanno che se non si riesce a convincere l’onorevole a desistere dalla candidatura, la battaglia sarà dura e incerta fino all’ ultimo. Tanto che secondo alcune indiscrezioni sia Bersani che Renzi avrebbero già impostato una mini campagna elettorale di contrasto: pare che entrambi abbiano puntato sullo slogan: il vero Niente sono io. E bisogna dire che in questo sono piuttosto convincenti.
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