Per prima cosa, specifico subito che una mozione non è una legge: essa non modifica le leggi e gli ordinamenti esistenti, ma è solamente una raccomandazione politica che impegna il governo a mantenere una posizione politica.
Oggi, in aula, discuteremo di una mozione.
Lo dico perché sicuramente lo sapevate già, ma nelle tante mail che ci arrivano sotto forma di “mail bombing” il messaggio che sta passando è che si vota per cancellare o meno l’acquisto degli F35.
In realtà non è così.
Passiamo a una parte un pochino più “tecnica”, ma altrettanto rilevante per la comprensione del tema. Riguardo la posizione espressa nella mozione di Sel esistono diversi punti critici
1) È il parlamento a dover decidere o meno nel merito dell’acquisto di sistemi d’armamento. Impegnare il governo rappresenta un fatto politico, ma che rischia di farci tornare indietro rispetto agli ordinamenti legislativi vigenti
Dal 1988 in Italia vigeva la legge Giacchè, che assegnava la titolarità della decisione su quando, cosa e perché comprare sistemi d’arma in Italia solo al Governo. Il Partito Democratico ha cambiato questa legge, facendo approvare durante il governo Monti la legge 244, in vigore dal 1 gennaio di quest’anno. All’articolo 4 di tale legge, infatti, si assegna la titolarità delle decisioni di acquisto non al governo, bensì al parlamento, offrendo la possibilità di rendere più trasparenti le decisioni di investimento militare in un periodo così complicato di crisi economica.
È quindi il parlamento e non il governo, spesso e volentieri sottoposto alle pressioni forti delle industrie e delle amministrazioni militari, a essere impegnato nel merito della vicenda F35, pena il rischio di tornare in dietro rispetto alla legge 244.
2) I 10 miliardi previsti nella mozione, da spostare su progetti di carattere sociale, in realtà non sono mai stati stanziati.
Proprio a causa della legge Giacchè ci hanno sempre detto che se non compravamo gli F35 avremmo dovuto pagare enormi penali. E invece guarda un po’.. a oggi non abbiamo notizia di nessuna firma su nessun contratto che ci impegna ad acquistare questi aerei, e quindi nessuna penale.
Sugli F35 si è semplicemente aderito a un progetto, che deve entrare ancora nella fase attuativa, sono state erogate risorse in questi anni, che però sono state erogate in ricerca e sviluppo, nelle nostre aziende e nelle nostre università, ergo, non è presente a bilancio la somma destinata a tale acquisto e non è possibile utilizzare tale somma in altri ambiti.
Sulla scorta di tali considerazioni pensiamo che sia utile innanzitutto ripartire dall’applicazione della legge 244. Questa innovazione legislativa è stato un risultato dell’azione politica del Partito democratico, un atto di chiarezza nei confronti dei nostri cittadini che non abbiamo minimamente saputo comunicare.
Applicarla in modo serio cambierebbe in modo radicale il rapporto della nostra Difesa con il parlamento e ci permetterebbe anche di avere finalmente accesso alle spese e agli impegni presi per conto degli italiani dai governi precedenti, spesso senza aver informato correttamente e completamente il parlamento e quindi gli italiani.
È questo il vero “tema dei temi”: ribaltare finalmente i rapporti di forza.
Il PD ha preso la seguente posizione: iniziare un’indagine conoscitiva che abbia termine in pochi mesi, e solo a quel punto far decidere il parlamento su come impegnare i soldi del Paese, non solo sugli F35, ma sui sistemi d’arma nel loro complesso, nel frattempo, vincolando il Governo a non firmare nessun contratto bypassando il parlamento.
Come Giovani Democratici, aggiungiamo anche un altro punto: facciamo un libro bianco della difesa, degli esteri, del lavoro, della scuola, della sanità, di ogni tema. Abbiamo bisogno di una fotografia sulla condizione completa del nostro paese, come si fa con i censimenti.
Solo in questa maniera, solo avendo accesso ai programmi completi, ai documenti, a tutto, potremo decidere non solo in base a posizioni aprioristiche ma attraverso i fatti quale sia la scelta migliore per la difesa italiana e per il nostro sistema di welfare, tenendo conto della difficilissima situazione economica che stiamo vivendo, della crisi che strozza le famiglie e lo stato, e quindi di come eventualmente in futuro investire le nostre risorse economiche.
Magari facendolo eviteremo anche di creare nuove tragedie sociali come gli esodati, perché finalmente avremmo un quadro completo e istituzionale, accessibile a tutti, che ci permetterebbe di capire meglio la realtà che ci circonda e anche di non dover fare indagini conoscitive su ogni tema, che a oggi si rendono spesso necessarie.