Oggi è lunedì e già di suo è un giorno non gradito ai più, me compresa. Insomma ecco non gode di grande fama, almeno da queste parti. In più mettici che è cominciata proprio male perché - a livello lavorativo - è stata una giornata davvero svilente e deludente: non mi hanno permesso di rimanere per gli esami, dopo quattro anni che seguo Vu come sua assistente alla comunicazione. Non sono stata autorizzata a stare in classe, durante lo svolgimento delle prove, trattata come l'ultimo degli estranei. E non dall'ente per cui lavoro o dal preside della scuola, bensì da una tizia mai vista in vita mia, direttrice di un'altra scuola e nominata come presidente della commissione esterna. Motivazione: non fai parte dell'organico, non fai parte della commissione e per legge tu qui non puoi stare. Ma sticazzi della legge, visto che esistono le eccezioni, qua stiamo parlando di persone, di problemi reali, di bisogni particolari di una bambina di 13 anni e sorda per di più. Nulla da fare perché nessuno del corpo docenti si è degnato di intervenire, di opporre resistenza ai deliri di onnipotenza di una donna che si crede diointerra, tutti troppo spaventati dalle minacce della preside SS, tutti troppo impegnanti a salvarsi le chiappette per pensare a tutelare una loro alunna.
Ha fatto terra bruciata attorno a lei: Attila il Flagello di Dio. E non vi dico come sono stata trattata, con quale arroganza e sufficienza, non mi ha lasciata neanche controbattere: mi ha sparato in faccia la sua sentenza, ha girato i tacchi e se n'è andata mentre ancora stavo rispondendo. Giuro, come se fossi invisibile, come se io fossi Miss Nobody. Manco stessi chiedendo l'elemosina. E ho dovuto pure lasciar correre, visto che avevo intorno il deserto dei tartari, nessuno dalla mia.
Ho preferito farmi da parte per non rischiare di far diventare la questione una presa di posizione, per uno sterile principio. Per non rischiare che Vu fosse presa di mira e messa in ansia e difficoltà da una che si preoccupa solo di normative, di far rispettare la legge. Ma chi sei Lo Sceriffo della Contea di Stocazzo?
Vi lascio immaginare il mio stato d'animo ora. Affranta è dire poco. Incazzata parecchio. Della serie: buttiamo quattro anni di lavoro direttamente nel cesso. Oppure mandiamolo a puttane, che è meglio. E sono anche in pieno count-down, il ciclo alle porte: gonfia, nervosa, ipersensibile e dolorante. Poco fa ho fatto anche saltare una lettera della tastiera del laptop mentre lo pulivo: la M. Fatalità è la stessa con cui inizia il cognome della iena. Domattina sarò davanti alla scuola per incontrare e spiegare a Vu perché Nina, di cui si fida e che le ha dato la sua parola, non ci sarà nei giorni più difficili e importati per lei. Perciò solo una cosa poteva farmi tornare il sorriso: un pezzettino del vostro cuore. Anche oggi ci speravo e sono stata esaudita! Di nuovo di Lunedì! Incredibile ma vero. Ho sentito un motorino avvicinarsi, fermarsi e poi ripartire, ho pensato subito potesse essere il postino, così sono corsa giù a controllare la casetta, al ritmo dell'ormai immancabile tipregotipregotiprego e la busta era lì dentro... Un'altra stoffina per Nina (anzi oggi due!) e davvero comincio a amare il lunedì, se mi porta di queste sorprese. Non avrei nulla in contrario se diventasse un appuntamento fisso, sappiatelo! Perciò oggi il mio grazie va a Chicca, anche lei di Roma, con tutto il mio cuore di Nina, professionalmente e umanamente ferito, che ha ritrovato adesso un po' di buon umore. Grazie perché, senza saperlo, oggi il tuo pensiero, il tuo essermi vicina, ha fatto davvero la differenza per me.