Sono ormai note le reazioni, quasi tutte negative, degli sviluppatori indie stranieri dopo aver appreso la notizia che Facebook ha acquistato Oculus VR per 2 miliardi di dollari. Da Notch agli autori di Frog Fractions 2, chi più chi meno è stato diretto nell’esprimere le proprie riserve.
Abbiamo provato nella giornata di oggi, praticamente all’indomani di questo colpo di fulmine, a sentire qualche sviluppatore italiano, non necessariamente legato all’Oculus Rift, il visore di Oculus VR che vuole portare (e che sta portando concretamente, ndr) la Realtà Virtuale di un certo livello nei videogiochi.
Abbiamo raccolto qualche sensazione. Il primo a rispondere al nostro appello è Fabio Ferrara, autore di Woodle Tree Adventures.
“Diciamo che non ci sono rimasto bene. Ho paura che essendo Zuckemberg il capo dovrà prendere lui le decisioni più incisive. E quindi sarà tutto incentrato sulla parte social ho paura e l’integrazione con Facebook. Notch ha cancellato il suo Minecraft per Oculus Rift? Forse è un po’ esagerato”.
C’è comunque chi la vede come una mossa interessante, come ad esempio Riccardo Cangini, una delle figure chiave dello sviluppo di videogames in Italia:
“Lato FB è una mossa interessante anche se non è chiaro dove voglia andare a parare e o se FB scenda così in campo nel settore dei games. Ciò detto io sono estremamente cauto con gli entusiasmi sul 3D, la storia delle TV 3D e del 3DS (oltre che del Virtual Boy) dovrebbe aver insegnato che più una periferica è invasiva e meno, a regime, risulterà ergonomica e quindi utilizzabile dal largo pubblico. Per la cronaca ha sempre visto il 3D con massimo interesse (ho fatto il priomo gioco di calcio 3D RT e nel 1995 quando mi sono sposato ho fatto le foto del matrimonio in 3D, come dire, amo il 3D ma ciò è irrilevante)”.
Ci hanno risposto anche gli LKA.IT, formazione indipendente che sta sviluppando l’interessante avventura The Town of Light che attualmente cerca fondi su Indiegogo.
“Per quanto riguarda la notizia dell’acquisto di OculusVR, tralasciando personali considerazioni di carattere etico-sociale, direi che questa è una lampante conferma del fatto che questa tecnologia ha un grande futuro, in più l’apporto di ingenti capitali è una garanzia di tenuta dell’azienda in un momento in cui la concorrenza sta iniziando a mostrare i denti (vedi Sony). L’aspetto positivo è che la realtà virtuale, che poi è quello che a noi interessa veramente, sta facendo il grande passo verso il mercato di massa e nei prossimi anni ne vedremo delle belle! Arriveranno altre periferiche, non ci si fermerà certamente ai visori ed il modo di giocare cambierà profondamente. Ci sono voluti 25 anni da quando si videro i primi visori VR nelle fiere, ma l’attesa finalmente è finita”.
Un contributo ce lo dà anche Cristiano Caliendo di Adventure Productions (Shadows on the Vatican)
“È facile pensare che Zuckerberg probabilmente sia più interessato alla tecnologia che all’utilizzo che finora ha caratterizzato l’Oculus Rift. Il potenziale è elevatissimo in molti settori come l’intrattenimento, la didattica e la comunicazione, e fermarsi ai videogiochi è forse riduttivo. In quanto sviluppatore di avventure grafiche mi interessa l’Oculus Rift come alternativa (e non sostituzione) dell’esperienza videoludica. Un adventure basato sulla ricerca di indizi (‘genere Sherlock’, per intenderci) può sicuramente beneficiare da una tecnologia di questo tipo, per non parlare di quei titoli focalizzati sull’esperienza, come il ‘genere Myst’, o Amnesia, Dear Esther, eccetera. Però non ritengo che sarà un ‘game changer’, almeno non nel settore che copro, storicamente meno incentrato sulle periferiche adoperate e sulla novità tecnologica. Staremo a vedere, la curiosità è tanta”.
Lasciamo l’articolo aperto a chiunque degli amici sviluppatori voglia dire la sua su questa vicenda.