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Facebook, cui prodest?

Creato il 19 gennaio 2013 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier
Facebook, cui prodest? L'avevo già detto: Facebook è in primo luogo una vetrina, e chi si mette in vetrina si trasforma facilmente da essere umano in manichino. Nei confronti dei social network, e della rete in generale (dal punto di vista dei contenuti da proporre), vivo un momento di stanchezza (anche questo, in realtà, l'avevo già affermato). Mi hanno stancata soprattutto le discussioni in rete. Per farsi le pulci occorrerebbe insinuare le mani tra i peli l'uno dell'altro; è un'ovvietà, ma nella lontananza fisica non è proprio possibile. Allora si tira il sasso e si nasconde la mano se non la faccia; si insulta chi, de visu, ci sarebbe anche simpatico. A chi giova questo crimine? A me, non sembra giovi più. Della rete apprezzo soprattutto iniziative come questa: iscrivetevi, se volete; l'ottimo, equilibrato, divertente lavoro di questi ragazzi credo vada sostenuto. Mi fermo qui, perché parlare della rete sulla rete equivale a rimasticarsi se non a fare della coprofagia. Aggiungo solo che mi è preso un colpo secco nel notare come, su questo blog, campeggiasse ancora in prima linea un post di argomento natalizio; se non mi riesce di pubblicarne altri, ho pensato, quantomeno dovrei dire perché. A beneficio dei non pochi amici di rete che lo sono diventati sul serio e di quanti lo diventerebbero senz'altro. Conclusione sussurrata: sto scrivendo un nuovo libro; è anche questo a togliermi energie virtuali, e non soltanto. Avrà a che fare con madri, figlie, scrittrici e inondazioni. Abbracci a tutti.

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