“Le informazioni riservate sono, in pratica, la fonte di ogni grande fortuna moderna” O. Wilde (ma noi siamo postpostmoderni, bello)
Ecco come possiamo dimostrare che se si è comunisti radicali, agnostici convinti, nichilisti attivi dal passo francese, o semplici radical chic milanesi (categoria ancora del tutto in vita nel capoluogo lombardo ecchilavrebbemaisospettato), non si può odiare FB. Anzi, lo si ha d’amare.
E questo perché, tra le ultime novità del superlicious Social Network che si sta adeguando alle esigenze di Google +, c’è quella di “localizzare” tutti i post. “Come mi sento gonfia oggi” dice Cristina K., nei pressi di Roma.
“Sai cosa significa questo” dico, a un’amica. Lei mi risponde: “Sì, dice I cazzi tuoi ma con vaghezza”.
“No, cioè sì, anche (LOL). Ma ci siamo: è la fine del tradimento. Non potremo più raccontare le bugie…” “E l’inizio della tanto agognata Repubblica di Platone, ma con un’evoluzione femminista perché saremo alla pari cara mia”.
Per meglio dire: finalmente avremo la verità.
Sono sicura che si possano cambiare le impostazioni del proprio profilo in modo da non rivelare agli altri dove siamo. Ma già se abbiamo un iphone, Apple sa dove siamo, e, con apple, tutte le app geolocalizzate – quelle che ci vogliono vendere roba, per dire. E no, eh no. Così non va eh.
Non possiamo accogliere positivamente questa virata anti-privacy, a vantaggio di una vita fatta di verità? Questo non significa assolutamente che non ci saranno più tradimenti, ci sarà solo più sincerità. Cominceremo tutti a dirci tutto. Ce la faremo tutti con tutto e in piena libertà.
Ci verrà la gastrite.
Oppure, nel migliore dei mondi possibili, cominceremo a confezionare palle di eccezionale pregio, costringendoci a quei voli di fantasia che ci fanno capitolare fuori dall’attuale.
Diventeremo tutti scrittori senza penna. Gabbiani senza ali. Cornuti senza corna.
La buona notizia è che di certo siamo fuori da quei filmacci col vecchio grasso, sudato con gli occhiali e l’abito di frescolana giallo ocra che si fa inspiegabilmente una bionda da paura. Siamo fuori. It’s over. Bye.
[457 d] – Queste donne di questi nostri uomini siano tutte comuni a tutti e nessuna abiti privatamente con alcuno; e comuni siano poi i figli, e il genitore non conosca la propria prole, né il figlio il genitore. – Questa norma, disse, assai piú dell’altra susciterà diffidenza, per la sua possibilità come per la sua utilità. – Non credo, risposi, che, almeno per quanto concerne l’utile, si contesterà che non sia massimo bene avere comuni le donne e i figli, sempre che la cosa sia possibile; ma credo che ci sarà una grandissima contestazione se sia o no possibile. [e] – Ambedue i punti, fece, si potranno contestare molto. [...]a) Sulla comunione delle donne e dei figli (Repubblica, 457d-e)
[457 d] – Queste donne di questi nostri uomini siano tutte comuni a tutti e nessuna abiti privatamente con alcuno; e comuni siano poi i figli, e il genitore non conosca la propria prole, né il figlio il genitore. – Questa norma, disse, assai piú dell’altra susciterà diffidenza, per la sua possibilità come per la sua utilità. – Non credo, risposi, che, almeno per quanto concerne l’utile, si contesterà che non sia massimo bene avere comuni le donne e i figli, sempre che la cosa sia possibile; ma credo che ci sarà una grandissima contestazione se sia o no possibile. [e] – Ambedue i punti, fece, si potranno contestare molto. [...]