Le grandi società tech si mobilitano per aiutare durante i soccorsi per il terremoto in Nepal. Facebook, Google, Apple e Viber contribuiscono a sostenere sia economicamente sia attraverso veri e propri servizi per agevolare la ricerca dei dispersi.
Non è la prima volta che società di alto calibro supportino i soccorsi grazie ai propri servizi. Il sostegno fu utile ed apprezzato già per il terremoto di Haiti, in Giappone e nelle Filippine.
Cosa propongono questa volta i big del tech e dei social network?
Zuckerberg ha lanciato il servizio Safetycheck, che aiuta le persone in zona a lasciare notizie di sè su Facebook, in modo che parenti, amici, conoscenti vengano informati sullo stato di salute.
Attraverso Google Person Finder, anche Big G aiuta i familiari dei dispersi a raccogliere e ricevere notizie riguardo ai propri cari. Durante il terremoto, Google ha avuto una perdita: Dan Fredinburg, manager e cofondatore di Google Adventure, è stato travolto e ucciso da una valanga sull’Everest.
Apple
Our thoughts and prayers go out to everyone affected by the tragic earthquake in Nepal. Donate to the relief effort at #iTunes and #AppStore
— Tim Cook (@tim_cook) 26 Aprile 2015
Tim Cook propone una raccolta fondi tramite iTunes, destinata alla Croce Rossa americana. Il raccolto, denaro e beni di prima necessità, verranno devoluti in beneficenza alla popolazione nepalese. Negli USA, è possibile donare da 5 a 200 dollari per il sostegno alle persone colpite dal terremoto. L’appello è stato lanciato direttamente da Cook su Twitter.
Viber
Viber users can now use Viber Out to call Nepalese mobile and land line numbers for free. #NepalEarthquake
— ViberHelp (@ViberHelp) 26 Aprile 2015
Il servizio di messaggistica istantanea e telefonate Voip permette di chiamare gratuitamente verso e dal Nepal, sia per e dalle linee mobili che fisse.
Molte altre società si sono attivate per aiutare i soccorsi in Nepal, tra cui anche Uber e Paytm, che rendono momentaneamente gratuiti i servizi in modo da sostenere la ricerca dei dispersi e aiutare economicamente in questa situazione di grave difficoltà.