Online si trovano decine di articoli, e le casistiche sembrano infinite: dal marito che ha chiamato la polizia perché la moglie gli aveva tolto la birra, alla ragazza che ha chiamato perché il fidanzato non voleva sposarla, al padre disperato perché il figlio 28enne non riordinava la sua stanza.
E’ successo anche che a Los Angeles qualcuno abbia chiamato il 911 perché Facebook non funzionava, costringendo un agente californiano, Burton Brink, a “correre ai ripari” tramite Twitter: “Facebook non è un problema che riguarda le forze dell’ordine, non chiamateci se non funziona, non sappiamo quando il blackout verrà risolto!”.
#Facebook is not a Law Enforcement issue, please don’t call us about it being down, we don’t know when FB will be back up!
— Sgt. Brink (@LASDBrink) 1 Agosto 2014
E’ pazzesco pensare come ormai la nostra identità, la nostra vita sia contenuta nei profili del social network di Zuckerberg, e quanto un disservizio possa essere vissuto come un’emergenza reale, ma tant’è.
Del resto basta un’occhiata veloce alla timeline per scoprire che ci sono persone che credono davvero di fermare la fame nel mondo, sconfiggere il cancro o curare le emorroidi di Justin Bieber mettendo un “Mi piace”.