Gli amici di Facebook sono buoni e cari, ma spesso spediscono biglietti di auguri e altre stramberie che, per essere letti, costringono l’utente a dare il proprio consenso ad applicazioni esterne. Cosa succede quando si da l’ok? Quali e quanti dati personali, da quel momento, diventano accessibili a chissà chi? Prendiamo il caso di JibJab, sito web interattivo per scambiare gli auguri. Dopo aver aderito all’invito, l’applicazione divora foto e date dei compleanni degli amici, i quali – a loro volta – non sanno di essere finiti in questo calderone. Insomma, la privacy – non solo la propria – va a farsi benedire. Adesso, per fortuna, si cambia.
Dopo essere stato costretto da numerose Authority nazionali per la riservatezza dei dati personali a cambiare i criteri delle impostazioni personali, il guru di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dovuto ingoiare quest’altra pillola amara (per il suo business).
Le applicazioni esterne ospitate da Facebook – giochi, quiz e pagine web – dovranno esplicitamente chiedere l’autorizzazione indicando quali sono i dati, non compresi nel profilo pubblico, di cui avranno bisogno per funzionare .
La notizia è stata diffusa dal blog ufficiale di Facebook. E’ un passo importante, per evitare la deriva più pericolosa del social network, cioè la fuga di informazioni personali senza l’autorizzazione degli utenti.