Facile profeta

Da Distesa
Non è mai bello sapere di avere ragione quando in ballo c'è la salute pubblica.
In tempi non sospetti avevo scritto alcuni pezzi: la fine di un mondo, fuori dalla crisi? e ancora il default morale. Anche in questo post, Economisti, brutta razza, avevo inserito qualche riferimento alla realtà degli ultimi anni.
Ieri la borsa ha registrato l'ennesimo crollo ed il famigerato spread negli ultimi giorni è risalito. La disoccupazione è a livelli spaventosi, non passa giorno senza che qualche azienda chiuda, la situazione dei giovani è disperata. In questo contesto, tremendo in Italia ma non certo roseo in Spagna e Francia o Stati Uniti d'America, le politiche economiche nazionali in tutto il mondo vanno verso una direzione opposta a quella che sarebbe richiesta dalla ragione ovvero suggerita da un pizzico di verità storica.
L'esempio del tira e molla sul mercato del lavoro è emblematico: tutti i guru dell'economia a blaterare sulla necessità di una maggiore flessibilità. Nessuno che ricordi, anche solo per onestà intellettuale, che la rigidezza del contratto indeterminato era stata pensata esattamente in termini anti-ciclici, per impedire cioé che durante le crisi i licenziamenti "facili" aumentassero la disoccupazione deprimendo ulteriormente la domanda aggregata. Perché ogni lavoratore è anche un consumatore, no?
Ma Keynes è fuori moda dal 1971. Da quando, cioé, i potenti del mondo hanno iniziato la "grande rapina": le politiche neoliberiste che hanno prodotto i guasti della globalizzazione selvaggia della finanza. Quella per cui continuiamo a regalare soldi alle banche e a quel 1% della popolazione mondiale che detiene il monopolio di una oramai fragilissima pseudo-democrazia globale.
Mario Monti è un onesto professore. Credo che lui e la Fornero siano anche profondamente in buona fede. Hanno ereditato macerie da gente come Bossi, e non c'è da aggiungere altro. Il problema è che questo governo è un protettorato della finanza europea. Semplicemente non si può agire con strumenti che fanno riferimento ad un mondo che non c'è più. Pensando alle società del benessere degli anni passati, ad un "mondo occidentale" sviluppato che vive una crisi passeggera...
Cosa aspettano le sinistre globali a prendere posizione? E' davvero tutto finito? Non ci si accorge che è necessaria una gigantesca ristrutturazione dei debiti sovrani? Che dobbiamo cambiare il modo di pensare l'economia stessa? 

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