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Facondo

Creato il 15 dicembre 2010 da Renzomazzetti
martirio di arnaldo.

martirio di arnaldo.

 

 Facondo.=. Egli è contro gli interessi mondani degli ecclesiastici, nega loro il diritto di possedere; propugna il ritorno della Chiesa alla povertà ed alla purezza evangelica, sostiene la netta separazione tra il potere temporale e il potere spirituale. Quest’ultima posizione legittima, naturalmente, l’esistenza del Comune di Roma come potere temporale, mentre auspica il ritorno del Papato al potere spirituale e la predicazione di Arnaldo si proietta dal piano religioso sul piano politico. La sua parola infiamma gli animi ed apre orizzonti di luce: essa è resa ancora più efficace dall’integrità della sua vita di apostolo. Il basso clero è con lui. La classe dirigente feudale ecclesiastica ricorse, come di solito, per la difesa del suo potere politico, all’arma religiosa, usata col sistema della calunnia e convalidata dalla scomunica. Si affermò, e per molto tempo si fece affermare, che Arnaldo da Brescia agisse contro la religione; si lanciò la solita accusa di eresia. Ciò è falso. Non discorsi teologici fece Arnaldo al popolo romano, ma discorsi politici contro il cattivo uso che la Chiesa faceva del potere politico e, sovrattutto, contro la unione del potere temporale col potere spirituale. Propose ordinamenti repubblicani, i quali tenevano notevolmente conto della organizzazione sociale ed economica dello Stato: propose la creazione di una magistratura che fosse intermediaria fra i senatori e la plebe e le reminiscenze storiche romane lo portavano a suggerire la creazione di consoli e di tribuni della plebe. Per un po’ Arnaldo sperò nelle buone intenzioni del papa, un monaco, Eugenio III, e si tenne lontano dalla lotta per non inasprirla. Poi, quando constatò che la sua era un’illusione, riprese il suo posto di combattimento che tenne tenacemente per dieci anni. In questo periodo svolse un’attività di carattere religioso. Ma ancora montavano accuse contro di lui: < inveiva con acredine contro gli ecclesiastici mondani, e avrebbe voluto riportare la Chiesa alla vita apostolica. La sua predicazione era satura di ascetismo, che però non gl’impediva di investire l’alta gerarchia ecclesiastica, i cardinali e infine il Papa. I beni terreni, afferma, appartengono ai laici ed ai principi. Gli ecclesiastici non possono possedere. Così la sua predicazione animava il regime politico di Roma. La separazione del potere temporale dallo spirituale difesa da Arnaldo rendeva facile la vita alla nuova repubblica, la quale trovava un assertore così facondo delle sue idealità. Perciò Arnaldo era difeso dalla rivoluzione comunale, contro la condanna del Pontefice, e diventava un difensore energico della repubblica >. Per quanto sopra scritto c’è quanto basterebbe a scrivere un’epigrafe per un monumento ad Arnaldo. Ma per il potere pontificio erano prove di peccato contro la religione e costituivano ragione di condanna. L’imperatore Barbarossa, fece una cortesia al Papa Adriano IV, consegnando Arnaldo al prefetto di Roma. Il 7 giugno 1155 fu bruciato vivo, oppure, secondo un’altra versione, fu impiccato e poi bruciato vivo in Piazza del Popolo. I soldati del Papa respinsero con le lance i popolani che tentavano di raccogliere le ceneri del martire che furono gettate nel Tevere per impedire che il popolo le venerasse come le reliquie di un santo.

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PERCHE’ INGIOIELLI UNA DELLE TUE MANI

PIU’ ASSAI CHE NON LE SPETTI?

MA CHE RESTA DA FARE ALLA SINISTRA

SE NON ABBELLIRE LA DESTRA?

-Johann Wolfgang Goethe-

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