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FACTUM ARTE: l'importanza della copia

Creato il 03 aprile 2014 da Kirolandia @ippokiro
autori: Annalisa Laghi (XyzKira) e Lucia Paolantonio (RadioKira) 
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FACTUM ARTE: l'importanza della copia


Ancora oggi di fronte al concetto di copia si è spesso portati a “pensare male”, o meglio qualcosa stride pensando a dipinti, sculture o manoscritti (e non solo), apparentemente tanto lontani da quell’aurea di originalità e autenticità che è propria della creazione di un’opera d’arte. Il tema è tra i più dibattuti, dal 1936, quando Walter Benjamin[1], per primo, parla della perdita di quest’aurea ne L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, fino ad arrivare a Jean Clair[2] che, negli ultimi capitoli  de L’inverno della cultura, riflettendo invece sull’importanza della copia nella contemporaneità, critica la tendenza a considerare le opere nei musei come idoli ‘intoccabili’. E in effetti, pur dovendo procedere con la giusta cautela richiesta da un ambito dai confini così labili, sempre in bilico sulle nozioni di falso e copia d’autore, non si può non considerare l’importante rivoluzione introdotta da alcuni esperti del settore con il lavoro di Factum arte[3]. Scopriamo perché.
Sotto il nome di Factum arte si riunisce un  team di oltre 40 professionisti, tra artisti, conservatori e tecnici, creato nel 2001 dall' inglese Adam Lowe, uno studio indipendente che vanta ben 4 sedi: la principale a Madrid, due a Londra e una a San Francisco. Attraverso l’utilizzo delle più avanzate tecnologie, i laboratori Factum Arte non solo affiancano gli artisti contemporanei nei processi creativi – tra questi spiccano Anish Kapoor, Marina Abramovic e Marc Quinn - ma dedicano gran parte della loro attività alla produzione di facsimili di opere d’arte  a scopo, prevalentemente, conservativo. Esempi illustri documentano in tal senso questo tipo di lavoro, come il rifacimento del dipinto Nozze di Cana  (1563) di Paolo Veronese che, proprio grazie al suo facsimile, viene riportato al sito di origine, il refettorio di San Giorgio Maggiore a Venezia, con lo scopo di ricostruire un contesto storico-artistico andato perduto[4]; oppure le riproduzioni delle lastre in acciaio da cui è nata la celebre serie di incisioni  I Capricci (1799), di Francisco Goya, che sostituendo i rami originali, ne impediranno, così,  l’ossidazione.
Il punto di forza di Factum arte è proprio nell’ottimizzazione e nell’ideazione di innovativi strumenti tecnici che permettono di indagare e quindi riprodurre, ogni più piccola caratteristica dei supporti materici di differenti epoche (la digitalizzazione tridimensionale spazia dall’arte egiziana ed assira fino all’arte contemporanea): si va dalla creazione di vari tipi di stampanti, alla realizzazione un sistema di scansione in grado di  registrare sin nel minimo dettaglio i colori[5]o i dati di manoscritti molto fragili. Le informazioni digitali raccolte  permettono, infatti, di giungere a facsimili che mantengono pressoché intatta la complessità della superficie dell'originale.
Non si tratta più di semplici riproduzioni, le copie assumono un valore fondamentale, come strumento di studio, come possibilità di proteggere un’opera in condizioni precarie senza, magari, impedirne la fruizione o di progettarne al meglio le fasi di restauro; il facsimile come opportunità di far conoscere o rivivere siti di interesse storico.  La copia, dunque, come  indispensabile ‘alleato’nel preservare il nostro prezioso patrimonio culturale.



[1] http://www.treccani.it/enciclopedia/walter-benjamin/ [2] http://www.treccani.it/enciclopedia/jean-clair/ [3] http://www.factum-arte.com [4] L’opera originale, infatti, si trova a Parigi al Museo del Louvre [5] Per le Nozze di Cana si è stato persino creato un apposito scanner , ribattezzato Cana Scanner. Potresti anche leggere

PATRICK FAIGENBAUM. Foto o quadro?


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