Falcone: tra ricordo e quotidianità

Creato il 23 maggio 2012 da Postscriptum

Il Corriere della Sera del 24 maggio 1992, all'indomani della strage di Capaci

Oggi tutti celebrano l’anniversario della strage di Capaci.

Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.

Ma ciò che tutti dovrebbero ricordare è che la mafia, essendo fenomeno umano, ha anche una vita, una sua esistenza giornaliera che quasi nessuno sente o riconosce se non nei giorni “del ricordo”. La mafia è fenomeno umano e quotidiano ed i vari Impastato,Rizzotto,Chinnici,Borsellino etc sono morti perchè contro questo fenomeno hanno lottato quotidianamente e con umanità, ma soprattutto con piena coscenza di ciò che affrontavano.

Le commemorazioni sono importanti, ma l’impegno quotidiano è fondamentale contro questo fenomeno umano, fondamentale come uno studio ed una presa di coscienza seria di cosa s’intenda quando si parla di mafia.

Questo termine, negli ultimi anni, è diventato più che altro un “brand”, sì esatto, na roba da mostrare per farci na fiction con l’attore del momento e risollevare gli ascolti in tv, oppure un mezzo per attirare l’attenzione sull’ennesima disamina banale ed assolutamente imprecisa o magari semplicemente banale nella sua ricerca d’originalità.

Ebbene, amici e meno amici, la mafia è normalità, la mafia è banalità, la mafia è silenzio (badate bene non solo omertà, ma vero e proprio silenzio), la mafia é il favore fatto dal consigliere comunale al “tizio” e al “caio” di turno che non vogliono rispettare la trafila, la mafia è l’amministrazione che opera come non dovrebbe e trucca gli appalti, la mafia è uno strozzino, la mafia è un ricatto silenzioso, o meglio, appena sussurrato all’orecchio, quasi impercettibile.


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