Rivoli di pensieri incatramati
falene che si contendono la luce
girandole impazzite al vento di maestrale:
non ha requie la nostalgia di te
e del passato informe e inafferrabile.
Come l’onda che si frantuma sullo scoglio
come il volo dei balestrucci inquieti
si perde la salda immagine di noi
nella banalità del quotidiano
perché ogni gesto, ogni parola
che non saranno più
diventano speciali nel ricordo
e carichi di misteriosi echi pel futuro.
Oh, com’è duro, com’è disumano
accettare il ritmo della vita
nel suo accendersi e spengersi perenne
anche se sappiamo
se cresciamo avvertiti
dell’occasionale
precario
nostro incedere.
MGC 9.07.2012