Falling Skies: Spielberg e i suoi alieni

Creato il 04 luglio 2011 da Valentinaariete @valentinaariete
Nella serie fantascientifica prodotta dal regista americano il mondo è stato invaso da misteriosi alieni e l'umanità deve lottare per la sopravvivenza.

Spielberg l’ha fatto di nuovo. Alieni e fantascienza sono il suo pane quotidiano: sin dal capolavoro Incontri ravvicinati del terzo tipo, passando per E.T., A.I., Minority Report, La guerra dei mondi, fino al quarto Indiana Jones dove tra templi, fruste e cappelli i soliti alieni hanno fatto capolino, questo tipo di storie e scenari hanno sempre affascinato l’inventore di sogni del cinema americano. Non solo. Già dal lontano 1982 con Storie Incredibili lo Spielberg produttore si è cimentato nella produzione di serie tv e da allora non ha più smesso: E.R., Invasion America, Band of Brothers, Taken (ancora storie di alieni!), United States of Tara, The Pacific, Terranova sono tutti suoi figli.Ora le sue due grandi passioni si riuniscono in un unico prodotto: con Falling Skies, Spielberg ha unito l’attività di produttore alle storie di fantascienza con alieni. In un mondo dove strane creature ostili, dotate di numerose zampe e di una straordinaria tecnologia, hanno invaso la Terra, gli esseri umani rimasti hanno organizzato una resistenza: i civili pensano al cibo, i medici curano malati e feriti, e i militari vanno a caccia di alieni. Il professor Mason (Noha Wyle, il dottor Carter di E.R.), una volta insegnante di storia all’università, cerca di trovare un equilibrio tra la dura lotta armata a cui è ora costretto a partecipare e le aspirazioni intellettuali che hanno caratterizzato la sua vita fino a quel momento. Tutto questo ci viene raccontato tramite i disegni del figlio di Mason, Matt, idea originale ed avvincente che, bypassando l’antefatto, ci butta subito in mezzo all’azione.Ma c’è un ma. Anzi, più di uno. E’ vero, l’azione è adrenalinica, l’oscurità che avvolge i protagonisti è suggestiva e contribuisce a creare un senso di claustrofobia ed angoscia, tanto che sembra di essere in trincea insieme ai protagonisti, ma la storia non decolla. Si procede per scene slegate tra loro, le storie ed i caratteri dei protagonisti non vengono approfonditi, si intuiscono solo leggermente dinamiche secondarie presenti tra i vari personaggi che vengono sempre soffocate dal solito alieno che spunta all’improvviso, e gli attori sembrano tutti un po’ spaesati e poco convinti. Inoltre, a soli otto mesi dalla messa in onda di The Walking Dead, la serie sugli zombi della AMC creata da Frank Darabont, l’effetto clone è inevitabile: le serie sono praticamente identiche, le dinamiche tra i personaggi simili, il senso di catastrofe apocalittica imminente anche, solo che in una la minaccia oscura che costringe gli esseri umani a riflettere su se stessi è rappresentata dagli zombi, mentre nell’altra è aliena.In America sono andate in onda solo le prime due puntate, la serie ha quindi ancora altre otto puntate per correggere il tiro e migliorare, visto che la sceneggiatura è di Robert Rodat, lo stesso di Salvate il soldato Ryan; certo è però che dopo Lost serie di questo tipo hanno davvero un compito gravoso davanti a sé se vogliono anche solo essere all’altezza del capolavoro creato da J.J. Abrams, che per quanto riguarda ritmo dell’azione e approfondimento dei personaggi ancora non ha rivali. In Italia invece il primo episodio andrà in onda il prossimo 5 luglio, alle ore 21, sul canale Fox di Sky.Pubblicato su Tvzap.

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