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Questa sera comincia Falling Walls, un global meeting che ogni anno il 9 novembre raccoglie a Berlino scienziati, filosofi, politologi, economisti provenienti da 75 Paesi diversi. Si discuterà dei “Falling Walls”, i muri ancora da abbattere nelle loro rispettive discipline.
Il luogo e la data ovviamente non sono casuali: il 9 novembre 1989 segna l’inizio della caduta del muro di Berlino. E proprio nel ventennale, nel 2009, si è tenuta la prima edizione di Falling Walls.
Il meeting inizia questa sera, 8 novembre, con Robert Darnton che ci racconta il Breaking Wall of Inacessible Knowledge e si finisce il 9 novembre con i Concluding Remarks di Annette Schavan, il ministro tedesco per l’educazione e la ricerca. In mezzo, più di venti studiosi racconteranno in 15 minuti i Falling Walls delle loro discipline, dal Breaking of the Wall of War al Breaking the Walls between Economics, Physics and Geometry. Da seguire poi con molta attenzione, in questi giorni così concitati per l’economia europea (e di commedia dell’arte italiana), l’intervento di Angela Merkel che parlerà in un’attesissima keynote.
Ci sarò anche io, invitato in quanto Humboldt Fellow, nascosto dietro la mia penna e il mio taccuino, in rispettoso e attento silenzio.
Ecco, suona tutto un po’ pomposo… e sì, in effetti dovrò mettere una giacca.
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Whatsoeverly.
... che poi uno non deve per forza protestare in piazza. Il punto non è mica quello. Non è mica necessario che tutti scendano con pentole e coperchi per farsi vedere. Voglio dire, mettiamolo in chiaro...
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