Magazine Poesie

Dieter M. Gräf - Quattro poesie

Da Ellisse

Dieter M. Gräf è nato nel 1960 e vive attualmente tra Colonia e Berlino, dopo aver vissuto a Roma, New York e Vézelay (FR). E' poeta, con all'attivo diverse raccolte, nessuna delle quali tradotta in italiano (mentre esistono diverse traduzioni in inglese), e numerosi premi internazionali, tra cui il "Villa Massimo" di Roma nel 2004. E' inoltre fotografo e traduttore. Le versioni qui presenti sono di Alessandro De Francesco, Angela Sanmann ed Elisa Biagini, che è stata a sua volta tradotta in altre occasioni da Gräf.
Le quattro poesie qui pubblicate sono per così dire tutte "italiane", poichè rimandano a personaggi e luoghi del nostro paese (l'editore Giangiacomo Feltrinelli, Claretta Petacci, il Lago di Como, che a Claretta e Mussolini si ricollega attraverso un suono) che Gräf  rilegge e ricompone, con occhio acuto e uno stile del tutto personale, in una realtà sotto molti aspetti diversa, collaterale (cioè come vista da una prospettiva inusuale secondo il senso comune) ma non meno "reale", anzi, come nella poesia su Claretta, drammaticamente iperrealista. Una realtà, quel che più importa, magari intrisecamente violenta ma che contiene una poesia, una poesia che si può estrarre e far risaltare, anche in ciò che è apparentemente impoetico. Un atteggiamento artistico che non è banalmente ottimista (c'è del "buono" in tutto), ma che ha semmai l'ottimismo della ricerca, cioè la fondata convinzione che sia possibile instaurare un rapporto "poetico" con la realtà la più disparata, e con le forme che sia essa che la stessa forma-poesia possono assumere. Ovvero, secondo Gräf, una poesia che attrae per la sua capacità di mostrare "qualcosa che per me prima non esisteva".  E' sotto molti aspetti il concetto di post-poesia su cui molti stanno riflettendo in questi anni. Come afferma anche De Francesco in uno scambio epistolare con Gräf, non solo una poesia di ricerca ma anche una "poesia alla ricerca": "Ci sono, tra gli altri, due generi di poeti: coloro i quali scrivono dentro e a partire da un'idea di poesia stabilita prima di loro, e quelli che cercano di trarre dalla poesia esiti che normalmente la gente pensa che non riguardino (o anche non dovrebbero riguardare) la poesia stessa. Questa seconda 'categoria' è per me molto importante, e io penso che entrambi apparteniamo ad essa". (g.c.)

FELTRINELLI OFFRE UN POSACENERE COME
REGALO DI MATRIMONIO

“e fallire, ecco, da senso a questa vita”
Th. Kling, Leopardi: L’Infinito / Das Unendliche


un posacenere arancione cosí grande da occupare
tutto il tavolo è il regalo di Giangiacomo Feltrinelli
per il matrimonio di Renate e Walter Höllerer,
come se tutti volessero scuotercisi dentro, essere
cenere nel design: ecco i morti, ancora prima che
partano gli spari. Posata su una bella poltrona,
buttata lí distrattamente, la cintura con un’enorme
pistola attaccata.
All’Avana, ora, in una piccola
abitazione di settanta, ottanta metri quadri,
che
appartiene a Fidel Castro. Ciancia come un libro,
in modo tale da non farlo mai, e Inge, ormai la Feltrinelli,
lo fotografa con il pigiama che ama portare ancora oggi.
Giangiacomo portava due pelli e aveva un aspetto
strano, quando era riuscito finalmente a liberarsene.
Poi correva nei prati, i suoi denti si guastavano,
rendeva coltivabili legumi secchi mostrando
che in acqua essi aumentano il loro volume, come
una placca di metallo può essere spinta verso l’alto
causando un processo di accensione; mescolare compresse
di clorato di potassio prese in farmacia e zucchero
vanigliato o paraffina liquida e segatura, combinate
con pezzetti di sapone. La Casa editrice era diventata
fulva, giallo cadmio, verde scuro, rosso vivo. Affondava
via poco a poco, lo si poteva ancora riconoscere
per le dita ingiallite dalla nicotina, iniezioni di denaro,
ma è ingiusto dire che gli apparteneva il fondo dove
voleva far saltare un traliccio dell’alta tensione e fu
scagliato in aria anche lui. Non è facile cadere in basso,
né è senza senso, ma nessuno ha un bell’aspetto in quella
situazione. Prese le cartucce, cromate e brillanti,
con curve di colore intensamente lucenti. Gli chiesi
di regalarmene una
(Morucci). Dopo quarant’anni,
il posacenere si trova ancora a Berlino, quartiere Charlottenburg,
Heerstraße, ma per terra, come una ciotola che non ha
ancora visto il proprio cane. Ci hanno messo dentro
francobolli, adesivi di posta prioritaria, anche queste
sono belle cose di cui presto nessuno avrà bisogno.

Traduzione di Alessandro De Francesco

FELTRINELLI SCHENKT ZUR HOCHZEIT
EINEN ASCHENBECHER

„und scheitern, ja, das bringts in diesem leben“
Th. Kling, Leopardi: L´Infinito / Das Unendliche


einen so großorange tischfüllenden Aschenbecher
schenkt Giangiacomo Feltrinelli zur Hochzeit
von Renate und Walter Höllerer, als wollten sich
alle darin ausdrücken, Asche im Design sein:
hier sind die Toten, noch bevor die Schüsse fallen.
Auf einem der schönen Sessel liegt, achtlos
hingeworfen, der Gurt mit der daran angehängten
riesigen Pistole
. Nun in Havanna, in einer
kleinen Wohnung von siebzig, achtzig Quadrat
metern
, sie gehört Fidel Castro. Quasselt
wie ein Buch, so dass es nie zustande kommt, und
Inge, nunmehr la Feltrinelli, fotografiert ihn
im Pyjama, den er bestimmt heute noch gern trägt.
Giangiacomo trug zwei Häute und sah seltsam
aus, als es ihm endlich gelungen war, sie loszuwerden.
Lief dann über Wiesen, die Zähne verkamen ihm,
getrocknete Hülsenfrüchte machte er nutzbar, indem
er zeigte, dass sie ihr Volumen in Wasser
vergrößern, so dass ein Metallplättchen nach oben
gedrückt werden kann, einen Zündmechanismus
auslösend; mische chlorsaure Kaliumtabletten aus
der Apotheke und Puderzucker oder flüssiges
Paraffin und Sägemehl, kombiniert mit Schnitzeln
von Waschseife. Der Verlag war fauve geworden,
kadmiumgelb, dunkelgrün, signalrot. Er grub sich
allmählich weg, noch konnte man ihn an
nikotinfarbenen Fingern erkennen, den Geldspritzen,
doch ist es gemein, zu sagen, dass das Grundstück
ihm gehört habe, auf dem er einen Hochspannungsmast
sprengen wollte und selbst in die Luft flog.
Es ist nicht leicht, nach unten zu kommen, und
nicht sinnlos, aber keiner sieht gut dabei aus.
Er griff zu Patronen, verchromt und glänzend, die
Rundung von intensiv leuchtender Farbe. Ich
bat ihn darum, mir eine zu schenken
(Morucci).
Der Aschenbecher befindet sich nach vierzig
Jahren noch immer in Berlin-Charlottenburg, in
der Heerstraße, nun auf dem Boden, wie ein
Hundenapf, der nie seinen Hund sah. Briefmarken
wurden hier abgelegt, Expressaufkleber, auch
das schöne Sachen, die bald keiner mehr braucht.

IL POSACENERE DI FELTRINELLI II

e sp
   egnersi in uno scintillio
   del niente;

nella galleria autostradale un
muso di squalo in immersione
sempre ancora al volante,

verso i vecchi partigiani
il notiziario della sera in dis
   solvenza incrociata -


   *

campo di grano dove si erge un palo dell’elettricità

un pullmino Volkswagen grigio modificato
come camper con tendine alle finestre

nulla lucente

tasca posteriore dei pantaloni, in cui si trovano:
un pacchetto di sigarette, una semplice mano *


* che tiene una granata tutta riempita con - -

Traduzione di Alessandro De Francesco e Angela Sanmann

FELTRINELLIS ASCHENBECHER II

sich aus
   drücken in ein glänzen
   des Nichts;

in Autobahntunnel ein
tauchendes Haimaul,
noch immer am Steuer,


hin zu den alten Partisanen,
die Abendnachrichten über
   blenden – –


   *


Weizenfeld, auf dem sich der Strommast erhebt


ein als Wohnmobil ausgebauter grauer
VW-Bus mit Gardinen an den Fenstern


Nulla lucente


hintere Hosentasche, in ihr findet sich:
eine Zigarettenschachtel, eine einfache Hand*


* granate, gefüllt mit gepresstem – –

CLARETTA

il suo telefono rosa con il filo molto lungo
sul portavivande, per aspettarlo
meglio, oppure, per ore, nella sala

dello Zodiaco di Palazzo Venezia, fino a quando lui non arriva per
un paio di minuti, per una scopata veloce o per suonare il violino,
per ascoltare Chopin, per leggere poesie. Lui, figlio

di un fabbro, il più violento lettore di Mörike
Ja, das ist alles, was uns bleibt , a Rahn. Lo aveva
sorpreso col volume, la scrivania sgombra;

inseriva spesso e volentieri parole in tedesco, quando non riusciva
a trovare un equivalente: spurlos, sempre in di più
sparivano così. Ha tradotto il Messias di Kloppstock,

un esercizio per le sue mani pesanti, ha
bonificato le paludi pontine, come un
collerico semidio, prima di soccombere completamente

alla lingua tedesca. Parlava in tedesco, quando
conferiva con Hitler, che gli spedì in un baule
tutto Nietzsche, taglio dorato, marocchino

blu: tutto quello che aveva quando era prigioniero
sul Gran Sasso. Traduceva perfino durante le conferenze,
arrivò a tanto, però poi doveva rileggersi cosa era stato

discusso, di preciso, nei protocolli. You’re
the top. You’re Mussolini
, cantava Cole Porter
all’apice, ma adesso è solamente uno come tanti,

vecchio e malato. Il Duce del Führer non esiste più,
al resto ci pensano i tedeschi a Salò;
in via Nomentana le insegne del partito

giacevano come un tappeto d’oro luccicante, e
le gialle acque del Tevere portavano verso il mare centinaia
di uniformi gettate via

i cospiratori da giustiziare, il Ducellino ...
Come capo dei fascisti è un relitto, resiste ...
è stato mai ... „amato“, „come essere umano “? Tutti

i film che ci facciamo, dieci volte più violenti del solito.
Ho preferito così , dice Claretta Petacci in: Il
Ruolo della mia vita
, non si riesce più a toglierglielo

dalla pelle, è completamente l’Amante;
e quando lo raggiunse, si consacrò
alla leggenda, senza desideri

nell’immediato, pronta a tutto, come un buon fascista,
come un buon partigiano. Lo showdown vicino a Dongo.
„Un tipo così“ ottiene la morte che si „merita “?

Alcuni meritano denaro, altri si meritano
la propria morte, pagano per gli eccessi;
barbarica una morta così, da cento uomini, per lui

e Claretta Petacci. Prima un ottovolante che parte
per la più consueta consuetudine, per poi
impennarsi verso un bagliore che non

era previsto. Un arresto patetico, casuale
nel convoglio, è diventato apatico, si è giusto
messo addosso un’uniforme tedesca, li segue

docilmente, seduto, davanti a chissà chi. Da qualche parte
nella pampa lascia che lo trasformino ne L’uomo
invisibile
: la testa fasciata con un bendaggio rigido,

bocca e occhi tre fessure nere nel mezzo
di un gomitolo di ovatta bianca..

Nella caserma dei doganieri, nella baita isolata.

Lui, con la testa fasciata in modo mostruoso,
Claretta coi tacchi alti, in salita sotto la pioggia.
Si dice: la loro unica notte insieme, da

quei contadini, nelle terre della Resistenza, senza particolare
sorveglianza, pensavano fossero personcine tanto a modo.
Giusto il rimmel venne notato, e che lei aveva pianto

nel cuscino, prima che li portassero via in macchina,
fino a quando non trovarono un posto adatto per farli fuori.
Questa fu la loro prima morte. Poi la cosa andò avanti.

Cadaveri caricati sul camioncino da Dongo,
insieme ad altri, verso Milano; le fasciste rapate a zero,
alle quali avevano disegnato in fronte,

in rosso, una falce e martello , Piazzale Loreto.
Lì buttato per terra, ora potevano anche gli altri:
sputargli, prenderlo a calci, sedercisi sopra e pisciargli addosso. Vendetta, o

per averlo idolatrato, sognato che comparisse
all’improvviso nella loro vita insignificante e che la illuminasse, con
la sua scopata, la sua stretta di mano, le frasi della sua mano,

in cui ora uno mette dentro uno scettro, schernito come
il re degli ebrei, che è lui ora, nell’ultimissimo minuto dopo
l’ultimissimo, la testa ormai già pesta sul grembo

di Claretta Petacci, la sua biancheria intima celeste;
anche partigiano, perché questa piazza è per 15
fucilati dai tedeschi, ora per i piedi è

Pietro, uno che non è più lui, viene
appeso per i piedi alla traversa
di questa pompa di benzina distrutta da un incendio,

accanto Claretta, la sua gonna tenuta insieme
alle ginocchia da una cintura partigiana,
e i gerarchi. Che razza di


biblicamente

   tremenda


grazia.

Traduzione di Elisa Biagini

CLARETTA

ihr rosa Telefon mit der extra langen Leitung
auf dem Serviertisch, damit sie besser warten
kann auf ihn, oder, stundenlang, im Zodiakal

zimmer des Palazzo Venezia, bis er kommt, für
ein paar Minuten, Quickfick oder Geige spielen;
mit ihm Chopin hören, Gedichte lesen. Er, Sohn

eines Schmieds, gewaltsamster Leser Mörikes:
Ja, das ist alles, was uns bleibt , zu Rahn. Fand
ihn mit dem Band, leergeräumter Schreibtisch;

streute gerne deutsche Wörter ein, wenn er keine
Entsprechung finden mochte: spurlos, immer mehr
verschwanden so. Hat Klopstocks Messias über

setzt, Übung für ganz schwere Finger, hat die
Pontinischen Sümpfe trockengelegt, als ein
cholerischer Halbgott, bevor er der deutschen

Sprache gänzlich erlag. Sprach Deutsch, wenn er
mit Hitler konferierte, der sandte ihm in der Kiste
den Gesammelten Nietzsche, Goldschnitt, blaues

Saffianleder: all sein Hab und Gut als Gefangener
auf dem Gran Sasso. Dolmetschte gar bei Besprechungen,
so weit kam’s, musste aber nachlesen, was genau

besprochen wurde, in den Protokollen. You’re
the top. You’re Mussolini
, sang Cole Porter in
seiner Glanzzeit, aber nun ist das nur noch einer,

alt und krank. Der Duce des Führers ist nicht mehr,
den Rest stellen die Deutschen auf in Salò;
auf der Via Nomentana lagen die Partei

abzeichen wie ein goldglänzender Teppich, und
die gelben Fluten des Tiber schwemmten Hunderte
von weggeworfenen Uniformen dem Meer zu –

die hinzurichtenden Verschwörer, der Ducellino ...
Als Faschistenführer ein Wrack, hält durch ...
wurde er denn ... „geliebt“, „als Mensch“? All

die Filme, die da laufen, zehnmal heftiger als sonst.
Ho preferito così – Claretta Petacci in: Die
Rolle ihres Lebens
, lässt sich nicht mehr abziehen

von ihrer Haut, ist ganz und gar letzte Geliebte;
und als sie ihm nachreiste, gab sie sich hin,
der Legende, wunschlos, was nähere Umstände

anging, zu allem bereit, so wie ein guter Faschist,
ein guter Partisan. Der Showdown bei Dongo.
Bekommt „so jemand“ den Tod, den er „verdient“?

Manche verdienen Geld, manche verdienen sich
ihren Tod, zahlen sich ein im Unmaß;
barbarisch, so ein Hundert-Mann-Tod, für ihn

und Claretta Petacci. Zuerst in die gewöhnlichste
Gewöhnlichkeit abfahrende Achterbahn, bevor
sie hochschnellt in ein Gleißen, das nicht

vorgesehen ist. Läppische, beiläufige Festnahme
im Konvoi, apathisch geworden, hat sich gerade
noch eine deutsche Uniform übergestreift, geht

einfach mit, sitzt da, vor irgendwem. Irgendwo
in der Pampa lässt er aus sich Der unsichtbare Mann
machen: Kopf in eine feste Hülle von Verbandsstoff

gewickelt, Mund und Augen als drei schwarze
Schlitze inmitten eines Knäuels weißer Watte.

In der Zöllnerkaserne; in der abgelegenen Berghütte.

Er, mit diesem monströs verbundenen Kopf,
Claretta mit hohen Absätzen, im Regen da hinauf.
Man sagt: ihre einzige gemeinsame Nacht, bei

diesen Bauersleuten, Feld der Resistenza, nicht besonders
bewacht, die hielten sie für ganz nette Leutchen.
Nur die Wimperntusche fiel auf, und dass sie ins Kissen

geweint hatte, bevor man sie durch die Gegend fuhr,
bis man einen Platz fand, geeignet zum Abknallen.
Das war ihr erster Tod. Dann ging es weiter. Auf

geladene Leichen, auf den Lastwagen aus Dongo,
mit weiteren, nach Mailand; die kahlgeschorenen
Faschistinnen, denen man mit roter Farbe Hammer

und Sichel auf die Stirn malte, Piazzale Loreto.
Dort ausgelegt auf dem Boden, jetzt durfte jeder mal:
spucken, treten, draufsetzen und pissen. Rache, oder

dafür, ihn vergöttert zu haben, geträumt, er erschiene
plötzlich im kleinen Leben und höbe es hoch, mit
seinem Fick, seinem Händedruck, Zeilen von seiner Hand,

in die jetzt einer ein Zepter hineinlegt, verhöhnt wie
der Judenkönig, ist er jetzt, in der allerletzten Minute nach
der allerletzten, den schon etwas breiigen Kopf auf dem Schoß

von Claretta Petacci, ihre lichtblaue Unterwäsche;
auch Partisan, denn dieser Platz ist für 15
von Deutschen Erschossene, wird nun mit den Füßen,

ist Petrus, einer, der nicht mehr er ist, wird
mit den Füßen an den Querträger
dieser ausgebrannten Tankstelle gehängt,

daneben Claretta, ihr an den Knien vom
Partisanengürtel zusammengehaltener Rock,
und die Gerarchen. Was für eine


bibel

   schlimme


Gnade.

Suono di spari sul lago di Como

piove, oppure splende il sole.

Attraverso quest’aria mariana
il suo cammino che sale fino alla visi

bilità della cappella. Drala

del ramo, sfiorata

da qualcuno alla tavola di sosta;
al bordo del lago in basso si libra

un suono di campane della
mezz’ora, e vengono
campanelle di capre montane in

mente, spari,

qui risuonano, e
sono salvati tutti quelli che - -

- - c’è chi bacia e c’è chi uccide;

aureola intorno alla colomba,
che assomiglia al pipistrello
sulla nicchia, poi divi

nità, lucertole, piú vecchie
del figlio degli uomini,
palpitanti di vita.

Traduzione di Alessandro De Francesco

DAS KLINGEN DER SCHÜSSE AM COMER SEE

es regnet, oder die Sonne scheint.

Durch diese Marienluft
ihren Weg hoch zur Sichtbar

keit der Kapelle. Drala

des Astes, von irgend jemand

an den Rasttisch getupft;
ein unten am See schwebendes

Glockenspiel halber
Stunden, in das
Bergziegenglöckchen ein

fallen, Schüsse,

hier klingen sie
nach, denn alle
sind gerettet, die – –


– – jemand küsst und jemand tötet;

der Glorienschein um die Taube,
die der Fledermaus gleicht
auf dem Bildstock, darauf Gott

heiten, Eidechsen, älter
als der Menschensohn,
zuckend vor Leben.

Fonti:

- Semicerchio, rivista di poesia comparata, XL (2009/1)

- Lirykline.org - Projekt der Literaturwerkstatt Berlin

che ringrazio.


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