Ormai il palinsesto di RETE4 se lo giocano due colossi del Cinema. Clint Eastwood e Bud Spencer. Ma non chiedetemi in base a quali criteri si alternino perché non ne ho idea. L'altra sera è andato in onda in prima visione uno dei miei preferiti. Gran Torinome lo ricordo perché i mie colleghi lo avevano caldeggiato a tal punto da costringere la mia curiosità a trascinarmi al cinema prima del week end. Me lo ricordo perché mi aveva colpito la locandina completamente nera su cui spiccava il profilo dell'"Uomo Crepa", un poster talmente essenziale da indurmi a chiederlo al gestore del cinema che, colto alla sprovvista da una domanda troppo insolita, maneggiava freneticamente sotto il desk alla ricerca del pulsante rosso. Me lo ricordo perché la proverbiale lentezza narrativa dell'ultimo Clint mi incollava alla poltrona ostruendo una zampogna che avrebbe voluto intonare "Due piatti di Chili". Walt Kowalski è un ex veterano con la verbosità di un orso marsicano risvegliatosi dal letargo invernale. Ma il nuovo vicinato Hmong trasformerà una xenofobia congenita in una solida amicizia. Clint conferma un intuito narrativo che attualmente fatico a riscontrare in altre pellicole. Il ritmo lento non annoia, ma guida atraverso alcuni interrogativi esistenziali che spesso ricoprono il ruolo di veri protagonisti. Alle storie originali spesso si aggiunge un finale che non vorresti e Debito di Sangue, Changeling o Million Dollar Baby ne sono la dimostrazione. Ed è fantastico appurare che un film uscito nelle sale solo qualche anno fa risulta già vecchio, polveroso e scolorito come se appartenesse agli anni 70. Probabilmente è l'esperienza del maestro a contaminare ciò che lo circonda facendo risultare tutto molto maturo. Una sola domanda mette in dubbio il suo genio. Ma come fa uno che non sbaglia un film, un artista del suo calibro, uno che inanella un successo dietro un altro a toppare 5 matrimoni? Ma soprattutto dove ha trovato il coraggio di sopportare 10 suoceri? Boh. Probabilmente i segni sul suo volto sono la prova di quegli errori. Gran Torino è entrato di prepotenza tra i miei film preferiti con una trama asciutta a tal punto da far risaltare solo il cuore delle persone che spesso si ritrovano a vivere una vita troppo sterile. Gran Torino me lo ricordo perché ieri non sono riuscito a capire un cazzo per l'incessante chiacchiericcio sul divano...
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Ormai il palinsesto di RETE4 se lo giocano due colossi del Cinema. Clint Eastwood e Bud Spencer. Ma non chiedetemi in base a quali criteri si alternino perché non ne ho idea. L'altra sera è andato in onda in prima visione uno dei miei preferiti. Gran Torinome lo ricordo perché i mie colleghi lo avevano caldeggiato a tal punto da costringere la mia curiosità a trascinarmi al cinema prima del week end. Me lo ricordo perché mi aveva colpito la locandina completamente nera su cui spiccava il profilo dell'"Uomo Crepa", un poster talmente essenziale da indurmi a chiederlo al gestore del cinema che, colto alla sprovvista da una domanda troppo insolita, maneggiava freneticamente sotto il desk alla ricerca del pulsante rosso. Me lo ricordo perché la proverbiale lentezza narrativa dell'ultimo Clint mi incollava alla poltrona ostruendo una zampogna che avrebbe voluto intonare "Due piatti di Chili". Walt Kowalski è un ex veterano con la verbosità di un orso marsicano risvegliatosi dal letargo invernale. Ma il nuovo vicinato Hmong trasformerà una xenofobia congenita in una solida amicizia. Clint conferma un intuito narrativo che attualmente fatico a riscontrare in altre pellicole. Il ritmo lento non annoia, ma guida atraverso alcuni interrogativi esistenziali che spesso ricoprono il ruolo di veri protagonisti. Alle storie originali spesso si aggiunge un finale che non vorresti e Debito di Sangue, Changeling o Million Dollar Baby ne sono la dimostrazione. Ed è fantastico appurare che un film uscito nelle sale solo qualche anno fa risulta già vecchio, polveroso e scolorito come se appartenesse agli anni 70. Probabilmente è l'esperienza del maestro a contaminare ciò che lo circonda facendo risultare tutto molto maturo. Una sola domanda mette in dubbio il suo genio. Ma come fa uno che non sbaglia un film, un artista del suo calibro, uno che inanella un successo dietro un altro a toppare 5 matrimoni? Ma soprattutto dove ha trovato il coraggio di sopportare 10 suoceri? Boh. Probabilmente i segni sul suo volto sono la prova di quegli errori. Gran Torino è entrato di prepotenza tra i miei film preferiti con una trama asciutta a tal punto da far risaltare solo il cuore delle persone che spesso si ritrovano a vivere una vita troppo sterile. Gran Torino me lo ricordo perché ieri non sono riuscito a capire un cazzo per l'incessante chiacchiericcio sul divano...
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