Falsi nel web: la favola "Il corvo e i suoi piccoli" circola censurata. Ve la racconto io la verità!

Creato il 27 agosto 2011 da Robydick

Cercavo nel web la favola/fiaba di Lev Tolstoj "Il corvo e i suoi piccoli" (o anche piccini, non importa). La lessi anni addietro più volte, avevo i figli piccoli, con dei vecchissimi libri illustrati che ora non riesco più a reperire. Cercandola nel web per un articolo che desideravo scrivere ho scoperto che ne circola una versione che definire censurata è poco. E' tagliata e modificata al punto da alterarne completamente il significato, che era poi la ragione per cui la cercavo.
Ecco il Falso Ignobile che potete trovare:
Un corvo aveva fatto il nido , in un'isola. Quando gli nacquero i piccini, pensò che sarebbe stato meglio trasportarli sulla terraferma.
Prese tra gli. artigli il figlio più piccolo e si staccò dall'isola volando sopra lo stretto.
Quando giunse in mezzo al mare, si sentì molto stanco: le sue ali battevano l'aria sempre più lente. < Oggi io sono grande e forte e porto mio figlio sul mare perché mio figlio è debole > pensava il corvo < quando esso sarà cresciuto e sarà diventato forte, mentre io sarò debole e vecchio, chissà se mi ricompenserà delle fatiche che io sostengo oggi e se mi trasporterà come io faccio, da un luogo all'altro >.
Il corvo decise allora di accertarsi subito e chiese al suo piccolo:
- Quando tu sarai forte e io sarò vecchio e debole, mi aiuterai come faccio io ora con te? Mi trasporterai da un luogo all'altro? Dimmi la verità….
Il piccolo corvo vide in basso il mare e, temendo che il padre lo lasciasse cadere, si affrettò a rispondere:
- Si, sì, ti aiuterò, ti trasporterò.

Trattenendo a stento incazzatura e nervosismo, anche se non posso riportare testuali le parole del grande autore russo, vi racconto io come stanno le cose, altro che questa presa in giro!
L'errore clamoroso è che la favola non finisce lì. I giovani corvi sull'isola sono 3 e la favola così proposta si ferma invece alla risposta del primo. Solo che il corvo padre, quando sente quella risposta, lascia cadere in mare il piccolo. Poi torna all'isola e prende il secondo piccolo, stessa scena che si ripete, stessa risposta e stesso tuffo fatale in mare. Non capisci mentre leggi il gesto del corvo genitore, anche perché la risposta è così "corretta", quasi commovente, che non te l'aspetti, ti si dipinge stupore in viso. Poi arriva finalmente il trasporto del terzo, e ancora la stessa domanda, ma stavolta il piccolo risponde (più o meno): "Dovrò anzitutto occuparmi della mia nuova famiglia, dei miei piccoli...", ripeto, più o meno. Fa intendere insomma quale sarà la sua priorità e che solo se avanzeranno tempo ed energie le spenderà coi suoi vecchi. In fondo non era quello che suo padre stava facendo con lui? Aveva capito che occorre seguire l'esempio e che quello è il modo in cui un Genitore Vero e Intelligente vuole che i figli lo ricambino e non incassando, in tarda età, gli sforzi fatti per crescerli.
Mi spiace tantissimo non poter riportare le parole testuali. Io ho assoluta certezza di quello che dico, anni fa utilizzai questo concetto, applicato a temi organizzativi, nell'intervento che tenni in una conferenza della quale ora non voglio parlare, andrei fuori argomento.
Ma che senso ha altrimenti questa favola, con quel testo monco, chiediamocelo un po'! Vediamo cosa accadrebbe se i figli poi da grandi si occupassero anzitutto dei genitori anziani e in subordine, nel tempo che avanza, della propria famiglia futura. Semplice, ci sarebbe un'implosione, chi dovrebbe andare in avanti cammina invece con la retromarcia inserita. Un errore gravissimo, spesso commesso dai genitori prima che dai figli, attuando ricatti morali e così mostrando con questo comportamento un egoismo viscerale, dimostrando di considerare i figli come oggetti propri e non come soggetti autonomi. Sono dei pessimi vecchi, gentaglia che prima crepa e meglio è per i loro figli e per tutti, parassiti terribili, un cancro. Mi fanno schifo e in alcuni casi a qualcuno glie l'ho pure detto in faccia, è la verità. Ora mi odiano, ma mi fanno onore. Una sola notizia che li riguarda può interessarmi: il necrologio.
Quando trovai quel libro in una serie che comprendeva Esopo ed altri rimasi di stucco. Avevo già letto penso tutto o quasi aveva scritto Lev Tolstoj e mi ritrovo davanti un libro di favole? Ne avevo sentito parlare, il Grande li aveva scritti quando fondò delle scuole alle quali potevano accedere i figli dei contadini, ma in quel momento non potevo crederci. Quando poi lessi quella dei corvi (che ora so essere in versione integrale) fu come quando il Budda percepì l'illuminazione sotto l'albero di Bodhi, una folgorazione, un concetto così forte e semplice, scritto per i bambini, da parte di un uomo di levatura intellettuale e morale che non ha avuto eguali nel resto della storia dell'umanità, mica un padrepiuzzo del cazzo qualsiasi! Forse il poeta indiano Tagore gli è paragonabile ma non certo per l'immensa produzione scritta realizzata e poi, sì, ci sono anche i 2 grandi discepoli dello stesso Tolstoj: Ghandi (che ebbe con lui scambi epistolari) e M.L.King. Il resto dell'umanità sono, e siamo, comuni mortali.
Per quale ragione si propaga, nel web ma penso probabilmente anche in libri di testo, questo falso, o fake come si dice? Il senso è completamente ribaltato. Forse perché è agli adulti che non piace così com'era? Comodo mettere i figli, o meglio i giovani, al proprio servizio, ma è un errore clamoroso, così facendo si distrugge l'umanità, gli si impedisce di progredire, di evolversi e quindi di evolvere il P.C.L.: Prodotto di Cultura Lordo.
Sì, siamo un paese per vecchi, comandato da vecchi, manipolato da vecchi, nei massimi e nei minimi sistemi.

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