Famiglia è dove c’è amore

Creato il 25 ottobre 2013 da Assugoodnews @assunta73

Ogni mattina leggo il Buongiorno di Massimo Gramellini su LaStampa.it. Amo la sua scrittura e il suo modo di entrare nella testa e nei sentimenti di tutti noi. Questa mattina però mi stavo perdendo le sue meravigliose parole. Il mio amico Lino – che qui avete letto diverse volte e che ringrazio – mi ha prontamente scritto invitandomi a leggerlo per trarre spunto per una good news. Ho lasciato quel che stavo facendo e mi sono precipitata sul sito del giornale. Ancora una volta mi sono resa conto di come nulla accada per caso. Già, perché Gramellini mi ha risvegliato nella mente un tema che avrei voluto affrontare nei giorni scorsi. Lo avevo messo da parte, forse aspettando il momento giusto che, a quanto pare, è arrivato oggi. Il tema è : la famiglia.

Siamo abituati a intendere la famiglia nel suo significato più scontato: «Nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto e tradizionale da genitori e figli, con l’eventuale presenza di altri parenti» (rif. Dizionario della lingua italiana). Ma la vita non va nella stessa direzione per tutti. Tralasciamo – almeno per ora – che questo è un bene e soprattutto ha un significato legato al nostro essere a questo mondo e cerchiamo di andare più a fondo nel significato di famiglia.

La versione tradizionale composta da genitori e figli esiste per la maggior parte di noi. Io sono tra le persone che ancora può vantare una famiglia molto unita che si ama e si supporta in ogni difficoltà come in ogni successo. Ci sono persone, però, che hanno perso i genitori da piccoli o più recentemente, che hanno chiuso i ponti con i propri familiari di sangue o che – nella situazione più brutta – sono stati abbandonati sin dalla nascita. Queste persone non hanno famiglia, si dice. Non è cosi. Perché se, come dovremmo fare sempre, aprissimo la nostra mente e andassimo oltre scopriremmo che la famiglia è anche un «insieme di persone o cose legate da affinità o vincoli comuni» (Rif. Dizionario della lingua italiana). Se volessi dare una mia interpretazione direi che la famiglia è dove c’è amore.

Questo significa che nessuno di noi è senza famiglia. Anche chi sente di esserlo perché non ha più comunicazione con quelli che sono i legami di sangue. Tutti abbiamo una o più persone su cui fare affidamento nei momenti di difficoltà, da chiamare per condividere un successo, da riunire a casa per una cena o da coccolare durante le feste. Anche un vicino di casa o un’amica di sempre sono parte della famiglia.

Alcuni eventi successi nei giorni scorsi a una persona che amo mi hanno fatto capire proprio questo. La famiglia nel senso tradizionale del termine può venire a mancare per diversi motivi, ma noi – solo noi – possiamo ricostruire la nostra famiglia amando chi ci sta accanto e coinvolgendolo nella nostra vita. Probabilmente solo in un momento di difficoltà – quando ci si chiede “chi chiamo ora?” – si comprende chi veramente fa parte della nostra famiglia. E se non potete chiamare un genitore o un fratello o una sorella perché non ci sono o hanno deciso di non esserci più per voi, sicuramente potete contare su qualcuno che vi ha in tutti i modi detto di essere presente. Quella stessa persona che chiamate quando volete condividere una gioia. Quella che fa parte della vostra famiglia.

E’ un tema molto delicato e non voglio farlo semplice. I legami di sangue non si possono interrompere ma quelli con il cuore si. Può accadere di dover metabolizzare una rottura in famiglia o un dolore per una perdita. Di questo – e del lasciare andare – abbiamo parlato. In questo post volevo solo dire a chi si sente solo che in realtà non lo è mai. Se ci guardiamo attorno sappiamo bene su chi contare. Quella o quelle persone, da oggi, consideratele la vostra famiglia.

La storia di Gramellini? Vi invito a leggerla…



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