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FAMIGLIA-LABORATORIOSimone, il primogenito, è arrivato di...

Creato il 09 febbraio 2011 da Martahasflowers
FAMIGLIA-LABORATORIOSimone, il primogenito, è arrivato di...FAMIGLIA-LABORATORIO
Simone, il primogenito, è arrivato di soppiatto,
inaspettato,
fulmine a ciel sereno.
Non ero pronta, non sapevo, non capivo.
Ci ho messo un po' anche a imparare come amarlo.
Quel cosino che aveva bruciato le tappe, le mie e le sue.
Si è beccato l'applicazione dei manuali, perché non potevo contare sull'esperienza.
Con grandi dosi di disciplina e rigore.
E si è beccato anche l'impazienza e l'insofferenza di una madre che stava lì, ma spesso aveva voglia di essere altrove, con le amiche che erano ancora anni luce lontane da me, tra happy hour e casini d'amore.
Quando è nato Lorenzo, due anni dopo, l'esperienza l'avevo, e anche la consapevolezza di essere madre si era fatta strada.
Lui si è beccato la disciplina a dose doppia, poveretto, perché la gestione di due nani così nani insieme richiedeva un regime semi militare per la nostra sopravvivenza.
Estevill a piene mani.
Ero una madre innamorata a intermittenza, perché dovevo proteggere anche quell'altro.
Le sfuriate però con lui me le sono risparmiate. Le avevo riservate tutte a Simone, amoremio, colpevole di non voler diventare grande a due anni solo perché io ne avevo bisogno.
Ero distrutta dalla fatica. Felice e depressa. Depressa e felice. A seconda.
A entrambi ho letto libri e favole e la tv era vietata. Solo film di walt disney o la pimpa.
Con loro ho subito per anni le canzoncine di Crapapelata quando andava bene, dello Zecchino d'oro quando andava male.
Il cioccolato l'hanno scoperto dopo i 4 anni. Niente brioschine, né "porcate".
Poi, dopo quasi sette anni, è arrivato Ettore.
Nel frattempo, mi ero ripresa, riposata e completamente conciliata col fatto di essere madre. Anzi, ormai ero madre almeno quanto donna.
Nel frattempo sono invecchiata e, immagino, rammollita (dentro, oltre che fuori).
Con lui, desiderato anche se non proprio voluto, è stato subito schianto d'amore.
Con lui mi sono tolta tutti gli sfizi che mi ero proibita prima: è l'ultimo, quando mi ricapita?
E giù con coccole, addormentamenti abbracciati, lettone a disposizione.
La disciplina? In che senso?
Con lui devo concentrarmi molto per pronunciare quei famosi No che aiutano a crescere.
Con lui siamo tutti schiavi.
Simone è il suo cavallo, Lorenzo il suo punching ball.
Perfino il padre ha perso la sua atmosfera severa e autorevole.
I libri glieli leggo ma, a neanche tre anni, guarda telefilm per preadolescenti, e il suo cartoon preferito è Phineas and Ferb. Però gli piace anche Spongebob.
Mangia cioccolato tutti i giorni e conosce tutte le brioschine del supermercato.
Canticchia convinto Jovanotti, Lady Gaga e Shakira.
Ci obbliga a overdosi di Pippi Calzelunghe, al punto che potremmo anche recitare ogni episodio a memoria, ormai.
Un despota, amato e adorato.
A volte mi preoccupo, perché non ho mai sopportato i viziati.
Non i bambini, tantomeno gli adulti.
Ma tant'è.
E quando mi vengono le paturnie per il terrore di coltivare un mostro, penso a quel che mi dice un'amica che ne sa, essendo lei la primogenita di tre: "la mia sorellina, amata alla follia da mia madre fin dal primo vagito, adulata e viziata da tutti, complici i suoi splendidi capelli rossi e gli occhioni blu, ora è una donna molto più solare e serena di quanto sia mai stata io".
Tra 15-20 anni saprò dire.
Nel frattempo io me lo godo.

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