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Qualche settimana fa nella biglietteria di un museo di Volterra, una coppia americana omosessuale con figlio ha chiesto di acquistare un "biglietto family" e si è sentita rispondere dall'impiegata che le famiglie sono solo quelle costituite da uomo e donna, dopodichè ha sgarbatamente girato le spalle ai tre turisti rimasti senza parole che, a quel punto, hanno deciso di andarsene. Al di là di tutte le implicazioni psicologiche, familiari e sociali che questo tipo di esperienza familiare può comportare, il giudizio scandalizzato di una persona che lavora in un’istituzione continuamente a contatto con turisti anche stranieri non deve poter esistere.In Italia la legge, è vero, non permette agli omosessuali di sposarsi né di generare bambini con fecondazione assistita o di adottarli, ma in altri Stati invece è consentito. Quindi, avrebbe potuto avere un senso spiegare ai turisti che la legge italiana non prevede ancora le “famiglie speciali”. Non ha senso, invece giudicare negativamente visioni diverse del mondo e delle relazioni sociali. Il cosiddetto “diverso”, soprattutto dal punto di vista sessuale, fa paura, scandalizza, autorizza giudizi negativi che alimentano sensi di colpa. Caro “diverso”, quando accetti la tua sessualità come onorabile, puoi sperimentarti sempre come completo e autentico (sto usando solo il genere maschile per semplificare il mio scrivere...), al di là di giudizi, sensi di colpa, etichettamenti e condizionamenti sociali.
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