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Famiglie italiane, indietro tutta

Creato il 13 marzo 2012 da Alessandro @AleTrasforini
Nonostante i tentativi pluri-ripetuti per mettere in sicurezza il Paese, sembra rimanga a livello microeconomico ancora molto da fare: le famiglie italiane, da sempre percepite come principale sistema di sicurezza per l'Italia intera, sono in condizioni di sempre maggiore difficoltà.
L'ennesimo report, questa volta redatto da Intesa Sanpaolo, sembra confermare quello che è l'orientamento generale di questi ultimi tempi: ulteriore depressione dei consumi e degli extra, a fronte di maggiori spese derivanti da tasse (dirette ed indirette, nds), trasporti e cibo.
Le condizioni dichiarate nel documento in questione sono riportate esplicitamente dagli stessi autori:
"[...]Si tratta in parte di un trend strutturale legato al minore consumo di alcune voci [...] ma che segnala anche le evidenti difficoltà del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un comparto dei bisogni poco comprimibili come l'agroalimentare.[...]"
Meno consumi dove, ovviamente, risulta possibile e meno complicato risparmiare. 
Le domande che subito sorgono spontanee sono, di pari passo, altre: fino a quando sarà possibile comprimere le spese senza compromettere vita e dignità? Quando sarà raggiunto il punto di minimo? Dove e come è possibile lavorare per innescare risalita e ripresa favorendo quella che sembra la tanto disperata ed osannata crescita Cosa potrebbe succedere all'italiano medio, ed alla famiglia media, a seguito della manovra Salva-Italia promossa dal Governo Monti?  Sarà possibile e lecito etichettarla, a posteriori, come Manovra Salva-Italiani? Serviranno altre Manovre per mettere in sicurezza conti pubblici e privati? Cosa sarà necessario promuovere per innescare la crescita? Le risposte a queste domande vengono, senza troppi giri di parole, dal dossier in questione:  "[...]l'incremento della disoccupazione unito agli effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere una nuova riduzione dei consumi.[...]" Da questo punto trova pertanto conferma qualunque possibile dubbio.  Le contraddizioni non sembrano essere, tuttavia, finite; stando a quanto diffuso da giornali e mass-media, la voce auto+bollette ha superato la voce delle spese alimentari.  Può questo essere normale per una famiglia che deve puntare a raggiungere attraverso acrobazie impossibili la fatidica fine mese Può questo squilibrio generare crescita e sostenibilità economica sul lungo termine? Allo stato attuale, a recessione tecnica appena iniziata, i livelli di consumo delle famiglie sono arretrati di trent'anni lambendo quelli degli anni '80.  Come è possibile intervenire a livello micro-economico per sollecitare la crescita su larga scala? Le domande possibili sono tantissime: spetta ad una tecnica e politica più rispettabili e sensibili concertare le migliori risposte possibili.  La percezione è che il tempo stringa, sempre più.  Per saperne di più: "Famiglie, la spesa alimentare torna agli anni '80- Lo stipendio se ne va in benzina e trasporti", Corriere.it  (http://www.corriere.it/economia/12_marzo_12/spesa-famiglia-calo_20c45870-6c49-11e1-bd93-2c78bee53b56.shtml)
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