Cosa succederà dopo che sabato 20 giugno 2015 piazza San Giovanni in Laterano si è riempita di famiglie? Cosa succederà dopo che il cosiddetto family day, la manifestazione "Difendiamo i nostri figli" ha riunito centinaia di migliaia di padri e madri arrivati da tutta Italia per rivendicare ciò che è più ovvio: il diritto di ogni bambino ad avere il proprio padre e la propria madre e ad essere allevato da chi lo ha partorito per amore? Continuerà questo muro contro muro o qualcuno si porrà qualche domanda? Si proverà a ragionare seriamente sul fatto che si può lottare contro il bullismo e le discriminazioni, che si può insegnare ai bambini che ci sono altre forme d'amore senza demolire il principio biologico fondamentale della differenza tra uomo e donna? Che lo Stato deve riconoscere i diritti civili che derivano dalla convivenza di due persone, anche dello stesso sesso, ma che questo non deve necessariamente essere fatto con un istituto equiparato al matrimonio, appositamente studiato per essere un escamotage che consenta agli adulti di acquistare dei bambini in nome di un presunto diritto?
Riusciranno i politici che hanno messo il cappello sul Family day a discutere costruttivamente in Parlamento con gli altri politici, quelli che invece hanno cercato in tutti i modi di sminuire quei padri e quelle madri che sono scesi in piazza a Roma? Riusciranno a superare i disegni di legge ideologici che attualmente sono all'esame delle aule parlamentari e a parlare con franchezza, senza sotterfugi, mistificazioni e pregiudizi della famiglia, della tutela dei diritti civili di tutti e di una vera lotta alle discriminazioni dei più deboli, in primo luogo dei bambini?
La forza politica del family day
Il family day di piazza San Giovanni non è stata certamente una manifestazione politica. Nonostante molti politici ci abbiano messo il cappello. Il family day non è stata neppure una manifestazione dalla Chiesa Cattolica, anche se sono state proiettate le parole di Papa Francesco sull'ideologia gender. C'erano rappresentanti di molte organizzazioni più o meno legate alla chiesa cattolica, così come c'erano molti rappresentanti di altre religioni. Non è stata la manifestazione di Adinolfi o della Miriano. Il family day è stata una manifestazione delle famiglie. Dei padri e delle madri che ogni giorno si fanno un mazzo così per andare avanti fra mille difficoltà nel silenzio delle istituzioni. Che si impegnano per educare i loro figli che saranno i cittadini di domani e lo vogliono fare senza ingerenze e condizionamenti. In piazza San Giovanni c'erano genitori che non hanno alcun aiuto da parte dello Stato, che non hanno delle leggi a tutela della loro paternità e della loro maternità. E c'erano tanti nonni , il più grande ammortizzatore sociale nel nostro Paese, l'ancora di salvezza per tante famiglie.
Al family day c'era poca ideologia e molta Italia concreta. Quella che va avanti a furia di sacrifici quotidiani. C'erano genitori che vogliono sì collaborare con la scuola, ma non ammettono di essere scavalcati nell'educazione dei loro figli. Vogliono essere rispettati nel loro ruolo.
Vogliono uno Stato che in primo luogo tuteli i loro sacrifici. E che abbia un occhio di riguardo, soprattutto in questo momento di crisi economica, per chi ha il coraggio di fare una scelta di impegno: mettere al mondo un figlio, crescerlo ed educarlo.
Non importa se sabato in piazza san Giovanni ci fosse davvero un milione di persone. Ma una riflessione sui numeri deve essere fatta: perchè i mass media che ogni anno puntualmente scrivono che " un milione di persone ha assistito al concerto del Primo maggio in piazza san Giovanni in Laterano" hanno tante difficoltà ad ammettere che anche al family day di sabato in quella stessa piazza gremita c'era un milione di persone? Forse tutta quella gente fa un po' paura?
Tra la piazza gremita e i mezzi di comunicazione, milioni di italiani hanno capito e condiviso le ragioni questa manifestazione nonostante il silenziatore imposto dalla stampa, anche quella cattolica. Tanti padri e madri, quelli che vengono insultati in maniera becera e ideologica sui social network per le loro idee sulla famiglia, hanno dimostrato di saper fare rete utilizzando con destrezza le tecnologie per comunicare tra loro. In 18 giorni hanno organizzato una manifestazione imponente.
E' gente abituata al sacrificio quotidiano che non ha paura delle mistificazioni e dei boicottaggi. Per questo, se pure il family day non è stata una manifestazione politica, le tante famiglie italiane che sabato hanno gremito piazza san Giovanni in Laterano hanno dimostrato che se vogliono possono essere una grande forza. Hanno dato un forte segnale al governo e alle forze politiche, soprattutto quelle che si definiscono di area cattolica. E difficilmente saranno disposte a farsi tappare nuovamente la bocca.
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