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Fan Fiction su Twin Peaks. Sono 5 capitoli. Buona lettura!
di Andrea Cinalli
Capitolo 1
Laura si mise in posizione fetale, osservando le acque che scorrevano rapide nel fiume. Una leggera brezza le scompigliava i capelli.
Tirò un lungo sospiro.
Avrebbe dovuto piantarla di frequentare quegli uomini che desideravano solo un semplice amplesso. Lei voleva di più: un ragazzo sincero che fosse in grado di amarla come meritava. In fondo non pretendeva troppo.
Il destino le aveva sempre giocato un brutto tiro, ora sperava solo di ottenere ciò che da sempre bramava.
D'un tratto un'espressione di terrore le si dipinse in viso. Ricordò che vi era solo un ostacolo alla sua felicità: Bob.
Laura rabbrividì quando la nitida immagine del demone che tormentava la sua esistenza le balenò in mente. Inorridì quando pensò a quei folti capelli brizzolati che mettevano in evidenza quell'ampia fronte solcata da profonde rughe.
Un fascio di luce la colpì in pieno viso. Sollevò gli occhi. La giornata volgeva al termine, ma i raggi del sole irradiavano ancora la città.
Si schermì gli occhi con la mano destra e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro.
Qualcuno le sfiorò una spalla. Si voltò di scatto.
Un uomo anziano che indossava un lungo impermeabile liso le si parò innanzi. Pete Martell.
Laura parve costernata. Abbozzò un'espressione di scusa. "Oh, io... ecco... non volevo".
L'uomo levò una mano in aria per farla tacere. Distese le labbra in un largo sorriso. "Non devi scusarti! Le rive del lago di Twin Peaks non sono mica di mia proprietà!". Il suo sorriso sfociò in una fragorosa risata.
Anche Laura rise, poi balzò in piedi. "Sa, questo posto è l'ideale per schiarirsi la mente, per fare ordine...".
Pete colse quella nota stridula che si era insinuata nella voce della giovane. La scrutò in viso. "C'è qualcosa che ti preoccupa, non è vero?".
"Beh, conosce i problemi che affliggono noi adolescenti...", articolò in tono di scherno.
"Sua moglie, Catherine, è in casa?", aggiunse in seguito.
L'uomo le si fece vicino, tese una mano a carezzarle una guancia. "No, mia cara. Sono solo.", sussurrò questi accostando le labbra all'orecchio destro della ragazza.
Laura indietreggiò di alcuni passi lentamente, quasi esitando. "Bé, non credo sia una buona idea". Scoccò un'occhiata fugace al suo orologio da polso.
"Ah, si è fatto tardi! I miei mi staranno aspettando... quindi vado!"
Prima che Pete potesse ribattere, girò sui tacchi e si allontanò a passo svelto.
Gli uomini... tutti uguali!, pensò la giovane con una smorfia di disgusto stampata in volto.
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