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Fantapolitica

Creato il 16 luglio 2012 da Lipesquisquit
Stasera ho capito che i miei problemi con la politica in realtà sono sempre stati semplici, siete voi che me li avete complicati inutilmente. Il fatto è che in passato ho creduto, anzi, mi hanno fatto credere, di essere uno splendido esemplare di un metro e ottanta di pessimista generalista demotivato antipolitico, ma la faccenda è da invertire: io ero e sono regolare, politicamente sano e perfettamente capace di intendere e di volere. Sono tutti gli altri che la politica la vivono a cazzo, e poi si lamentano se alle elezioni vincono i peggiori.

Il problema della democrazia è che la gente vota in base a come gli gira, così, a pelle: mi sento di sinistra, frequento gente di sinistra, faccio cose di sinistra, mi viene da pensare a sinistra, voto a sinistra; mi sento di destra, frequento gente di destra, faccio cose di destra, mi viene da pensare a destra, voto a destra. Da che mondo è mondo, la politica te la fanno passare come una roba passionale, ma è proprio questo il problema: passione un cazzo, bisogna votare in modo razionale, essere delle macchine che di volta in volta scartano i candidati peggiori e individuano il migliore, senza badare allo schieramento. Non sto scherzando, l’ideologia è un problema secolare che nessuno vuole cominciare ad estirpare, eppure Marx in persona, che ha coniato il termine, l’aveva intesa in senso negativo: l’ideologia è il piccolo stupido pensiero di una parte della cittadinanza, ma appunto un pensiero di parte, che difende certi interessi e quindi non bada al contesto generale. Io sono un cittadino, è ovvio che deve starmi a cuore che TUTTO il sistema funzioni come una macchina perfetta, non solo una parte. Il cittadino deve tenere a tutto il dannato paese nella sua complessità e globalità, è del tutto irrazionale scegliere una parte, difenderla e sostenerla con passione e battersi per lei contro tutto il resto: non è mica la mia ragazza, che devo stare dalla sua parte altrimenti non me la dà. È naturale che le ideologie della gente confluiscano poi in partiti politici di questo o quello schieramento, più o meno conservatori, più o meno progressisti, il gioco della dialettica funziona così e non c’è niente di male, ma la cosa deve fermarsi lì: il cittadino elettore deve essere superiore a queste minchiate, deve essere sveglio e sempre pronto a riconoscere la trappola. Le ideologie servono a conquistare i cittadini e a tenerseli anche nel futuro: da dove credete che sia uscita l’espressione ‘fidelizzazione del cliente’? Il marketing aziendale è arrivato dopo, prima c’era la politica, la politica sentimentale. Il cittadino del futuro, dunque, dovrà premunirsi, dovrà stare all’erta, dovrà depurarsi da qualsiasi ideologia come i Vulcaniani di Star Trek si depurano dalle emozioni, e dovrà essere spietato come la scure del boia, non dovrà guardare in faccia a nessuno, niente simpatie di parte, dovrà essere così superiore a queste cose che il politico dovrà farsela addosso, dovranno cadergli tutti i capelli all’idea di avere a che fare con milioni e milioni di cittadini così. Si, fatelo accomodare. In fretta, su, non abbiamo tempo da perdere, siamo cittadini, noi. Vediamo, che cosa abbiamo qui? NPCLF, Nuovo Partito Comunista dei Lavoratori del Futuro. Cittadini, vi dice niente questo nome? No, infatti, neanche a me. Deputato Franco Bontempi. Che nome del cazzo. Deputato, sei onesto? Sei o sei mai stato disonesto? Hai mai preso multe? Hai degli interessi anche solo vagamente privati da tutelare? Sentiamo, quali problemi ha il cittadino di fascia medio-bassa? Quanto costano le mele, oggi? E il pane? E la benzina? Deputato, tu vuoi bene ai gattini? E vuoi più bene ai gattini o a Gesù? Vuoi più bene ai gattini o a Lenin? Vuoi più bene a Gesù o a Lenin? Sono domande di riscaldamento, ora viene il bello. Chi ti ha pagato la campagna elettorale? Come li hanno guadagnati i soldi, quelli che ti hanno pagato la campagna elettorale? Cosa hanno studiato e quanto pesano, quelli che ti hanno pagato la campagna elettorale? Ci ripeteresti il tuo programma politico? Ce lo ripeteresti in inglese, al rovescio? I tuoi figli li stai crescendo con criteri meritocratici? I tuoi figli hanno ideologie politiche? Sicuro che non ne hanno? Che lavoro fa tua moglie? Che lavoro fanno i tuoi parenti, compresi i cugini di secondo, terzo e quarto grado? Dove hai preso quella cravatta? Dove sei andato in vacanza questa estate? Ah, era una trappola, ci sei cascato come un pollo! Come mai sei in grado di pagarti una vacanza? Non mi interessa se ci hai già fornito la ricevuta dell’acquisto della roulotte usata incidentata. Bè, cento euro di abbonamento al campeggio Barboni della Riviera mi sembrano un po’ troppi! Cosa? Ci sei andato per stare vicino ai compagni anche in vacanza? Non capisco cosa vuol dire, spero che non sia linguaggio ideologico. E questa schifezza cosa sarebbe? Il simbolo del suo partito? Cristo santo, fa veramente ribrezzo, la mia nipotina con i pastelli ne farebbe uno migliore. Ma questo è buon segno, vuol dire che hai risparmiato sul grafico, potresti essere un bravo amministratore delle nostre risorse pubbliche, e non solo: vuol dire soprattutto che non stai cercando di fregarci con un richiamo ideologico grafico. Tu non hai intenzione di farci affezionare al tuo partito o alla tua visione del futuro, o cose così, vero? Non vuoi che noi ci crediamo, nelle cose che dici, vero? No, certo che no, non sei così pazzo, sei una personcina a modo, tu, sei uno regolare. Si, si, tu mi piaci, vieni a casa mia, ti faccio scopare mia sorella. No, non ci interessa sapere di che ideologia sei, non ci devi provare con noi, signor ‘io voglio tutelare i lavoratori’. È ovvio che vuoi tutelare i lavoratori, non avresti avuto il coraggio di presentarti qui, se non fosse così, ma d’altro canto non devi nemmeno spremere le imprese con le tasse, non sarai mica uno di quelli che non vedono l’ora di tartassare i ricchi? Come si chiamano, quelli di… quelli di… sinistra, bravo, hai indovinato… e ci sei cascato di nuovo, imbecille. Cosa sai della sinistra? Sei di sinistra? Vuoi che io sia di sinistra? Vuoi che lui sia di sinistra? Dai, guardalo, con quella barbetta, quell'aria un po' ribelle. Lo vorresti nel partito, vero? Da uno a cento, quando ti sta a cuore la nostra mancanza di passione politica? Quel ‘cento’ suonava un po’ contrariato. Dillo di nuovo, ma stavolta sorridendo. Niente da fare, non sei convincente, che cazzo lo fai a fare il politico? Ah, bravo, finalmente hai risposto bene: tu non devi convincere nessuno, tu devi solo dimostrare di saper amministrare bene, ottimizzare la burocrazia e perfezionare tutta la cosa pubblica. Noi ti votiamo se ci conviene, è chiaro? E non l’abbiamo ancora capito se ci conviene, ci dobbiamo prendere del tempo. Dove pensi di essere, nel mondo delle democrazie sentimentali del XX e XXI secolo? Ti piacerebbe, eh? Dio, che tempi di merda, quelli, era una pacchia, per voi. Basta così, ora, togliti dal cazzo, ti faremo sapere. E quello cos’è? Sembra proprio… si, cittadini, è un braccio sinistro alzato steso in avanti a quarantacinque gradi, con il pugno chiuso. È il tuo modo di salutare? E dovrebbe impressionarci? Vuoi che ti diciamo che fine ha fatto quello che faceva lo stesso con il palmo destro? Circolare, via, smammare. E stai in campana, che ti teniamo d’occhio.


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