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Fantapolitica: una rapida carrellata di titoli

Creato il 26 febbraio 2013 da Mcnab75

Super_Italy

Nel momento in cui scrivo questo post, i primi exit poll delle Elezioni 2013 scorrono davanti ai miei occhi. Non dirò nulla in merito. Non ora, forse in futuro, più probabilmente mai. Sarà invece divertente (e anche inquietante) leggere gli editoriali dei prossimi giorni.
Tuttavia l’atmosfera è propizia per offrirvi questo agile dossier, confezionato in sostituzione dell’articolo precedentemente programmato.
La fantapolitica è uno dei sottofiloni della fantascienza che preferisco. Molto di più della space opera, tanto per dirne una. Innanzitutto perché ci sono fortissime affinità con l’ucronia, altro mio genere di riferimento. Secondariamente perché inventarsi una storia partendo da una situazione reale e preesistente è difficile e richiede una grande capacità di analisi, oltre che la consueta creatività.
Quel che segue è una rapida carrellata di titoli di romanzi in tema fantapolitico. Troverete poca ucronia classica, perché a essa ho dedicato ben più di un articolo sul vecchio blog. Non citerò quindi i titoli arcinoti, tra cui La Svastica sul Sole e Fatherland. Semmai li recupereremo col tempo, se vorrete. Cerchiamo quindi di stare sulla fantapolitica contemporanea, decennio più, decennio meno. E, soprattutto, ben cinque titoli su sei riguardano l’Italia.
Sedetevi comodi e preparate un block notes per annotare i titoli da recuperare. Alcuni sono piuttosto rari.

In presenza del nemico

Romanzo di Harry Turtledove

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Nel ventesimo secolo, dopo la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, il Terzo Reich continua a prosperare, tenendo sotto il suo dominio la maggior parte dell’Europa e il Nord America. Ma nel cuore del regime nazista si nasconde un segreto. Heinrich Gimpel, rispettato ufficiale tedesco, padre di tre figlie, non è in realtà di pura razza ariana: è un ebreo, e vive da sempre nascondendo le proprie origini. E come lui, altre persone sono sopravvissute, vivendo le loro vite, crescendo le loro famiglie e proteggendosi dietro ingannevoli sembianze fisiche, nella speranza di non essere mai smascherati dal regime. Ma un cambiamento incombe, e ben presto Gimpel, come tutti gli altri, sarà costretto a scegliere tra la salvezza e la libertà.

Partiamo con un classico.
Dal maestro ucronista, Harry Turtledove, arriva questo romanzo, non forse il suo migliore, ma comunque assai godibile, in cui si immagina una Germania contemporanea, in cui in nazismo è sopravvissuto per oltre sessantanni, imponendosi come potenza europea. Con tutto quel che ne deriva, ma anche con un cambiamento alle porte. Sarà drastico o pacifico? Al solito Turtledove non sceglie una risposta semplice.
Se non avete necessariamente bisogno di esplosioni e action – zio Harry ne fa a meno – questo romanzo vi piacerà.

Aprire il fuoco

Romanzo di Luciano Bianciardi

aprire il fuoco

Romanzo di impronta autobiografica, in cui l’autore offre una fantasiosa rivisitazione dell’insurrezione antiaustriaca delle Cinque giornate di Milano, situata però nel marzo 1959, mescola realtà e finzione, passato e presente, ricostruendo l’identità di un uomo disilluso dalla società della quale egli stesso è protagonista. L’azione si svolge nella immaginaria cittadina costiera di Nesci, dietro la quale si cela Rapallo, divenuta ritiro di Bianciardi dopo la deludente esperienza milanese.
Edito da Rizzoli nel 1969, il libro è stato successivamente ristampato da ExCogita e poi da Stampa Alternativa, che ha scelto di denominarlo con il titolo che Bianciardi aveva scelto inizialmente e poi scartato dall’editore, Le cinque giornate: bisognerebbe anche occupare le banche. (Fonte: Wikipedia)

Bianciardi è un autore sfortunato. Escluso dai programmi scolastici italiani, dove invece ci starebbe benissimo, osteggiato dai critici della sua epoca, dimenticato dalla nuova/vecchia editoria di questo triste paese. Un vero peccato, perché romanzi come questo Aprire il fuoco hanno uno spessore notevole.
Aprire il fuoco è infatti una vera e propria storia fantapolitica, atto d’accusa contro il potere reazionario democristiano degli anni ’60, incarnato in una fantomatica dominazione austroungarica protrattasi fino al XX secolo. Il libro è al contempo anche un atto di denuncia contro le rivoluzioni fasulle che di tanto in tanto paiono scuotere l’Italia, per poi concludersi in nulla.
Non solo, Bianciardi decide, con un ardito arzigogolo narrativo, di trasporre nel suo presente alcuni degli storici personaggi del risorgimento milanese, Carlo Cattaneo e Cesare Correnti su tutti. E’ così che essi si trovano a interagire con alcuni vip contemporanei all’autore stesso, da Oriana Fallaci a Giorgio Gaber, da Enzo Jannacci a Marina Ripa di Meana.
Piccolo cult, da riscoprire.

Due poltrone per uno

Romanzo di Pietro Bernasconi

due poltrone per uno

Alla vigilia dell’elezione del Presidente della Repubblica, l’Italia si dibatte nella più grave crisi istituzionale del dopoguerra: tra governo e Quirinale lo scontro è inevitabile. Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è sotto scacco: i suoi alleati lo stanno abbandonando, un misterioso terrorista mediatico minaccia il suo impero televisivo, l’opposizione lo incalza nelle piazze e a Montecitorio. Riuscirà Silvio Berlusconi a portare a termine il suo progetto politico? Tra Palazzo Chigi e il Quirinale quale sarà la sua scelta? E come riuscirà a difendersi dagli attentati mediatici che stanno minando Mediaset? Un nuovo genere letterario che racconta le trame possibili della politica italiana in un futuro prossimo.

Un romanzo fantapolitico che ha tra i personaggi Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi? Esattamente. Le invenzioni della trama hanno tragicomici punti di concordanza con la realtà. Essendo datato 2005, si può dire che il vero Cavaliere ha superato alla grande le ipotesi di golpe mediatico teorizzate da questo romanzo. Che comunque rimane piuttosto valido. Chissà se l’hanno fatto ritirare dal mercato…

Vampiropoli, scandalo di sangue

Romanzo di Francesco Cagno

vampiropoli

«E se ti dicessi che il presidente del consiglio è un adoratore del demonio che beve sangue umano?»
«Be’… Direi che dopo il presidente operaio e quello puttaniere, il presidente vampiro sarebbe un’evoluzione interessante… Però credo che nessuno si stupirebbe: lo sanno tutti che i politici non sono altro che dei parassiti che succhiano il sangue a noi comuni mortali!»
«Non c’è mica da scherzarci su! Guarda cosa c’è in questo dvd…»
Un raccapricciante servizio fotografico che rivela una verità troppo grande per essere raccontata. Una giovane cronista decisa a tutto pur di pubblicare la notizia. Un mondo dei media fazioso e intimorito dal potere politico. Un Paese ostaggio di una classe di governo corrotta e arroccata tra le mura di Palazzo. Un’opposizione troppo frammentata e rissosa per riuscire a opporsi al potere quasi totalitario del premier in carica.
«Cosa c’è di nuovo?» ci si potrebbe domandare. Di nuovo c’è che stavolta il “cerchio magico” si è spezzato e la depravazione del primo ministro ha raggiunto livelli così assurdi da non poter essere più giustificata e nascosta. La fuga di notizie è inevitabile: il premier e tutti i membri del suo esecutivo sono dei satanisti dediti a sacrifici umani. O forse c’è qualcosa di ancora più sinistro e grottesco da scoprire?

Ottimo romanzo che fonde fantapolitica e horror, che recensii sul mio vecchio blog. Questo è l’articolo, se v’interessa. Peccato che lo conoscano in pochissimi: avrebbe meritato senz’altro una sorte migliore. Fondere il tema dei vampiri alla reale classe politica italiana, agli scandali del bunga-bunga, al giornalismo di regime (etc etc) non è cosa da poco…

Berlinguer e il professore

Romanzo di Gianfranco Piazzesi

Berlinguer e il Professore

Di questo libro ho solo sentito parlare, ma non sono ancora riuscito a recuperarlo. Quindi mi limito a citare un ottimo articolo de Il Fatto Quotidiano, che ne parla.

La trama si sviluppa su diversi omicidi di importanti uomini politici.
Ucciso il ministro degli Esteri Mariano Rumor. Ucciso il ministro alle Partecipazioni Statali Antonio Bisaglia. Ucciso l’ex ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani.
Ucciso poi, andreottianamente, Giulio Andreotti. Il Divo, in un ambulacro benedetto del Vaticano per scrivere una biografia su Pio IX, veniva colpito da un ignoto, travestito da cardinale: «Gli aveva piantato un coltello in mezzo al petto, mentre Andreotti si era ingenuamente proteso a baciargli l’anello».
Solo un uomo politico si era salvato: il presidente del Consiglio Aldo Moro.
Ma l’Anonimo – che nel febbraio del 1976 si auto smascherò: era Gianfranco Piazzesi  – andò oltre.

All’inizio del romanzo, il segretario di Fanfani sale sulla prima vettura a propulsione nucleare che parte dal Campidoglio. E ci spiega: «Per uno come me, che ha speso tutta la vita al servizio del Partito e del Paese, sarebbe stato impossibile assistere con indifferenza alla realizzazione della sedicesima linea di metropolitana che, assieme alle undici autostrade sopraelevate e ai dodici parcheggi per elicotteri, ha finalmente reso fluido il traffico della nostra metropoli. Questa imponente rete di comunicazione, regolata da soli nove vigili urbani addetti a tre cervelli superelettronici, fa della nostra capitale una delle città più progredite e socialmente avanzate. (…) Il Piano settennale, detto della Grande Ristrutturazione, ha trasformato il volto della capitale e dell’intera penisola. I milioni di turisti che ogni estate visitano l’Italia del Duemila, non vengono più attratti dai monumenti del passato, che pure sono ormai perfettamente restaurati e conservati, e nemmeno dalle nostre spiagge, dove del resto gli alberghi sono disponibili solo per le meritate vacanze dei nostri lavoratori. Essi vengono ad ammirare le vie di comunicazione, le attrezzature scolastiche e ospedaliere, le aziende agricole, le tecniche avanzate con cui i nostri impianti industriali sono stati messi in condizione di esprimere il più alto indice di produttività al minimo tasso di inquinamento».

La Città Nera

di Mauro Baldrati

la città nera

Impugnavano spranghe di ferro, bastoni, uncini da macellaio. Qualcuno aveva coltelli, asce. Vivevano negli interrati dei quartieri più degradati, cacciavano i topi e uscivano alla ricerca di qualunque cosa fosse commestibile. E in quel caso il cibo erano loro, due poliziotti isolati sorpresi nella notte imminente.
È il 2106. Roma è una città deturpata e lugubre, tenuta in scacco dalla Guardia Pretoriana, braccio spietato e folle del regime che controlla la capitale. Il centro storico è stato demolito e rimontato nelle ville dei potenti, per fare posto a palazzi nuovi, occupati dai cosiddetti spettri, persone sfigurate dalla miseria e dalla fame. Il sergente Draghi ha l’incarico di fermare un pericoloso killer di cui non si sa nulla, setacciando anzitutto i covi della Resistenza. Se non riuscirà a trovarlo entro otto giorni, un devastante rastrellamento metterà a ferro e fuoco la città. L’indagine, però, gli rivelerà che le cose non stanno affatto come gli hanno raccontato…

Altro libro recensito sul vecchio blog, più precisamente qui. Potente e nerissimo romanzo fantapolitico e distopico, ambientato in una Roma futura governata da un governo postfascista e militare, nel contesto di un’Europa balcanizzata e senza speranze per il futuro.
Ci sono idee forti, come quella di un partito trasformato in religione laica (sì, se pensate al nazismo quasi ci siamo), o come la classica, ma azzeccata, situazione della forte divisioni tra classi sociali. I ricchi blindati in quartieri fortificati, i poveri confinati nei ghetti.
Pubblicato da Perdisa, meritava senz’altro più fortuna.

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