C’è qualcosa di più di un semplice interagire tra uomo e macchine (oltre che di un affascinante spettacolo visivo) nel cortometraggio Sparked: a live interaction between humans and autonomous flying machine realizzato poche settimane fa dal Cirque du Soleil in collaborazione col Politecnico Federale di Zurigo.
Lo spettacolo, al momento solo in video ma destinato a entrare presto nel repertorio del celebre circo di Montreal, vede dieci droni, ognuno dotato di una sorta di ‘personalità’ differente, che danno vita a una coreografia interattiva nella quale uomo e macchine si muovono in sincronia.
L’inevitabile presenza sempre più invadente dei droni nella nostra quotidianità è cosa risaputa. Numerose compagnie (una su tutte Amazon) hanno già da tempo iniziato, per ora solo in via sperimentale, un servizio di consegna porta a porta che si avvale dell’utilizzo di droni, mentre in molti sport, uno su tutti il surf da onda, la possibilità di effettuare riprese in movimento dall’alto, a distanza ravvicinata e a basso prezzo, sembra aver rivoluzionato una volta per tutte la maniera di realizzare video. Quando l’utilizzo dei droni diverrà anche parte del gigantesco mondo della Fifa saranno in milioni ad assistere a una partita di calcio come in precedenza non avrebbero mai neppure saputo immaginare. L’utilizzo militare dei droni (come spesso accade si tratta di una tecnologia sviluppata inizialmente per fini bellici) ha nel giro di pochi anni reso concreto lo scenario fino a non molto tempo fa solo ipotizzabile di uno scontro tra robot ed esseri umani. Che ci piaccia o meno, un futuro considerato ‘fantascientifico’ è oggi oggetto di scienza. E l’Italia? L’Italia fa storia a parte, come sempre: persi negli arcinoti problemi di disoccupazione, arretratezza, difesa dei privilegi, scontri ideologici e gattopardesche citazioni, buona parte della popolazione (e del mondo politico) pare essere all’oscuro del magma incandescente su cui altri paesi si stanno da tempo muovendo.
Se numerosi studiosi hanno cominciato a parlare di una nuova “Rivoluzione” oramai alle porte (qualcosa che impatterà sulla storia dell’essere umano quanto se non più della Rivoluzione Industriale) e se alcune università (soprattutto americane) hanno aperto dipartimenti dedicati alla futura gestione dei rapporti tra uomini e macchine, l’arrivo dei droni dalle frontiere di guerra ai balconi di casa, con le infinite possibilità ad essi correlate (finiremo per spiare la nostra vicina? Invieremo a nostra volta regali con la stessa facilità con cui inviamo sms? Verranno i cieli delle nostre città ricoperti da macchine volanti come successe nell’800 coi fumi delle ciminiere?) sembra oramai questione di tempo. Poco, a quanto pare.
L’internet delle cose (ne ho già parlato qui) lungi dall’essere un’ipotesi è una realtà con cui i nostri figli dovranno confrontarsi: inutile rifiutarla, occorre colmare il gap che ancora ci separa dai luoghi e dai paesi in cui il futuro si sta trasformando in presente e soprattutto sostituire la paura del domani con la capacità di gestirne gli inevitabili sviluppi.
Il video realizzato dal Cirque du soleil può venirci in questo senso incontro.
Lo spettacolo, già d’impressionante bellezza in video, si preannuncia foriero di fertili conseguenze nel momento in cui la sua fruizione ‘dal vivo’ diverrà ufficiale. Dovremo aspettarci circhi in cui sarà l’interazione tra uomini e macchine a costituire il vero spettacolo? Assisteremo a nuove generazioni di show itineranti delle meraviglie e dell’impossibile?
Fantasia è tra noi. Ma come nel celebre lungometraggio di Walt Disney più che degli strumenti impazziti che sembrano minacciare la nostra esistenza è dell’apprendista stregone che dobbiamo preoccuparci: imparare a conoscere quello che sta arrivando è il primo passo per non precipitare nel baratro che stiamo cercando da qualche tempo a questa parte di evitare: come popolo (quello italiano in particolare), come civiltà, e soprattutto come singoli. La nostra “Rivoluzione” dovrebbe cominciare da qui, oggi, con curiosità e rispetto, ma senza paura. Come diceva un altro celebre mago del secolo scorso (Arthur C. Clark, citato non a caso in Sparked) “any sufficiently advanced technology is indistinguishable from magic”: se non vogliamo fare la fine di Topolino in Fantasia sarebbe meglio cominciare a prepararci.
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