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Fantasma d’Amore di Dino Risi (1981)

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Vidi questo film da bambino, mentre coloravo con le tempere. Non chiedetemi il perché, ma ricordo benissimo che stavo facendo quello, come ricordavo la scena con lo spretato e la sua registrazione. Questo film mi era rimasto impresso, anche se ricordavo solo quello che ho scritto sopra. Sapevo che si trattava di una ghost story, questo sì, e da anni volevo rivederlo. E l’ho fatto.

locandina

Trama

Giovanni Monti è un commercialista che conduce una vita agiata, sposato con una donna benestante più anziana di lui. La sua vita procede con tranquillità, finché un giorno, prendendo l’autobus, non incontra una sua vecchia fidanzata e le presta, senza averla ancora riconosciuta, 100 lire per il biglietto. Da lì in poi, il ricordo e la presenza della donna si faranno sempre più frequenti nella sua vita, che si incrocerà con un orrendo delitto in una via di Pavia.

Don Gaspare lo spretato

Don Gaspare lo spretato

Considerazioni

Anche se può apparire datato, rivedendolo oggi, Fantasma d’Amore è un film che dovrebbe essere un vanto per il nostro cinema gotico del tempo che fu, quando ancora avevamo il coraggio e il talento per girare film del genere. E un po’ come è successo a Pupi Avati, altro amante del genere, anche Dino Risi ebbe dei problemi con questo film, che si discostava dalla commedia che girava solitamente, tanto che è stato criticato all’uscita e rivalutato solo più tardi.

L'atmosfera del film, tra nebbia e fantasmi del passato

L’atmosfera del film, tra nebbia e fantasmi del passato

Un cast internazionale, con Romy Schneider nella parte dell’amata di Marcello Mastroianni, ci danno un’indicazione dell’impegno e del valore messo in questa produzione.
Tra l’altro, il soggetto è tratto da un romanzo nostrano di Mino Milani, e sembra una cosa lontanissima da quello che appare il panorama cinematografico di oggi, fatto di commediole o di drammi famigliari.

Parlare oltre senza spoiler sarebbe impossibile. Vi suggerisco solo di recuperarlo e guardarlo, senza pensare a Hollywood, apprezzando invece il valore di una storia suggestiva e un’ottima realizzazione, pensando ai mezzi dell’epoca.
Questo era il cinema italiano di una volta. E ora, cosa rimane?

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