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Fantasmi del passato.

Creato il 18 maggio 2011 da Enricobo2
Anche quando gli eventi della vita portano a grandi cambiamenti, anche quando le situazioni nuove ti fanno dimenticare fatti ed abitudini, ecco ogni tanto che un accadimento inatteso riporta alla luce fantasmi di un passato che pensavi ormai appartenere ad un' altra vita, ad un diverso modo di essere e tutto questo ti avvolge d'improvviso, nel bene e nel male in una sorta di ovattato limbo dei ricordi. Il fatto immediato perde di importanza, il filo del tempo si raccorcia e  riappaiono vividi i momenti che parevano sfumati negli angoli della mente che il tempo sa così bene oscurare. Basta una similitudine, qualche cosa che faccia scattare il contatto elettrico tra le sinapsi addormentate. Il catalizzatore per me, questa volta è stata la conclusione dei lavori all'interno della navata centrale del mio bagno, accusato come già vi ho detto di bagnare il soffitto del mio sottovicino. La banda di guastatori, penetrata con un colpo di mano nel mio compound, dopo aver dilaniato muri e pavimento, colpito con proiettili intelligenti il punto individuato dall'intelligence, ha lasciato il campo ritirandosi senza aver subito perdite, anzi dichiarando di averle riparate.
Io, prostrato dal blitz del commando, ho lasciato che il corso degli eventi procedesse, permettendo che la furia nemica passasse su di me e, usando la tecnica del milite iracheno nella prima guerra del golfo, ho nascosto la testa nella sabbia, lasciando che le truppe mi travolgessero per arrendermi senza condizioni, purché se ne andassero in fretta. L'occupazione però è durata a lungo e oggi che l'orda barbara di muratori, piastrellisti, idraulici ha lasciato il paese dopo aver preteso naturalmente il pagamento dei pesanti danni di guerra, mi guardo attorno smarrito sebbene finalmente libero. Certo questa situazione dà una certa serenità e lenisce la constatazione estetica delle pezze che costellano alla meglio il pavimento, ma la vista del nuovo water non riesce che ad incrementare la sensazione di sconforto profondo che ti prende inevitabilmente in questi casi. Lo so, ero io che dovevo prendere in mano il problema, ma quando sei prigioniero in balia del waterboarding (la sostituzione del water per chi non ha dimestichezza con le lingue) ti lasci andare e dici: fate voi, basta che finiate in fretta col vostro sporco lavoro, confesso tutto. Così il capo degli idraulici (quello che faceva la parte del buono) mi ha assicurato di stare tranquillo che avrebbe scelto lui la tazza più adatta ed io l'ho lasciato fare.
Ed eccomi qui a constatare tristemente che la tavoletta scelta per la bisogna è di un tipo leggerino, di minima qualità, di certo inadatta a reggere il peso di grossi personaggi come me. So già come finirà. Un giorno, quando, spinto dalla necessità irrefrenabile, mi lascerò andare, mentalmente impegnato in altre più impellenti urgenze, senza porre l'attenzione specifica, accadrà l' inevitabile tragedia. Già mi par di sentirlo lo schianto terribile, il rumore secco della debole plastica che si spezza minacciando danni e ferite anche irreparabili. Ed ecco, come accade di norma quando sei in grave pericolo di vita,  che riemergono i fantasmi del passato, le analoghe situazioni in cui le mie due perfide colleghe si facevano beffe di me dopo che per ben due volte la fragile plastichina dell'asse del cesso comune dell'ufficio si era frantumata rovinosamente al mio pur lieve passare, facendo di me, incolpevole vittima, oggetto di lazzi di ogni tipo, addirittura mettendo in circolazione odiosi pamphlet sull'argomento e indicandomi, a causa della mia pur contenuta massa corporea, come terminator implacabile della tavoletta di uso comune. Pensavo di avere ormai seppellito per sempre questi traumi del passato, ma non c'è niente da fare, nella debole psiche umana nulla si cancella e le ferite rimangono beanti per sempre. Toccherà cambiarla 'sta benedetta tavoletta.
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