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Fantasmi (o suggestioni) a Torino...

Creato il 15 ottobre 2014 da Il Viaggiatore Ignorante
Fantasmi a Torino - Viaggiatori Ignoranti
La scienza definisce i fantasmi come delle allucinazioni sensoriali, sensazioni tattili, visive o olfattive che non sono scatenate da nessuna causa fisica.La mente umana ha ancora molti angoli oscuri ed insondati, che sono anche molto potenti. Tanto da riuscire a creare un’autosuggestione, da riuscire ad ingannare il proprio substrato cosciente facendogli percepire come veri odori e suoni che non lo sono. Gelide folate improvvise, biancori luminescenti nell’ombra, dita invisibili che sfiorano la pelle.Suggestione, dice la scienza.Qualcun altro sostiene invece che, fra i tanti oscuri ed insondati poteri della mente umana, vi sia anche quello di riuscire a percepire qualcosa che non è più qui, qualcosa che viaggia su un diverso piano sensoriale rispetto a quello concreto in cui si muove il nostro corpo vivo, fatto di sangue che scorre e di tendini, neuroni, ossa e muscoli.Sensibilità particolare, la chiama la parapsicologia.Non ho intenzione di chiedervi da che parte stiate, né ho intenzione di dirvi da che parte stia io.Forse, sia io che voi, non ci crediamo.Probabilmente, però, entrambi vorremmo crederci.Perché?Non lo so. Forse perché sarebbe un modo per rimanere ancora un po’ legati alle cose belle di questa vita anche dopo.Ma, in tal caso, sarebbe proprio questo il problema.Questo attaccamento alla vita terrena, che sia attraverso le metafore di simulacri quali case, palazzi e castelli, oppure attraverso un tumulto più intimo, di qualcosa che si è perso o che non si è mai avuto, per loro è un tormento, una dannazione. E’ ciò che non gli permette di andare avanti e distaccarsi dal mondo del concreto che non gli appartiene più.Tutti i fantasmi presenti al cinema, in letteratura o nei trattati esoterici sono accomunati da questo: sono anime in tormento, hanno una questione irrisolta, qualcosa di lasciato in sospeso nel mondo dei vivi.Morti violente ed improvvise, un peso sulla coscienza, un’ingiustizia subita o la ferita di un tradimento li fanno vagare senza pace, nella spirale ossessiva del loro tormento, del tarlo che li rode.

Fantasmi a Torino - Viaggiatori Ignoranti
Torino non solo è una città di misteri, ma è anche una città dalla storia ricca e complessa - e questa storia inevitabilmente si porta dietro un certo numero di fantasmi.O di suggestioni che dir si voglia.I fantasmi, del resto, vivono grazie a chi vuole credere di vederli, e credere di vederli è un po’ come continuare a ricordare le anime trapassate di cui proiettano il ricordo.

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Palazzo Madama


Fra queste schiere di ombre sospese fra la vita e la morte, la nobiltà è sempre ampiamente rappresentata. Forse perché i palazzi ed i castelli in cui avevano abitato da vivi, e che non riescono ad abbandonare da morti, vengono conservati e mantenuti intatti per secoli, assecondando il loro attaccamento testardo al mondo terreno. O forse perché ambizione e potere riescono a creare tormenti talmente bui e divoranti che è impossibile spegnerli anche da morti…Molte delle suggestioni extrasensoriali dei Torinesi hanno come protagonisti alcuni membri di casa Savoia.Qualcuno ci ha persino unito dei grissini fantasma - visti sgranocchiare dallo spettro di Vittorio Amedeo II (che, ricordiamo, è colui per le cui intolleranze al pane è stato inventato il rubatà), a cavallo nei corridoi della Reggia di Venaria.La Bela Rosìn, popolana divenuta moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, vaga ancora per le stanze di quel Castello di Mirafiori che il marito le fece costruire per cercare di elevarla allo stesso grado di privilegio di quella nobiltà che non è mai riuscita ad accettarla fra i suoi ranghi.
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Ma la suggestione più frequente e ricca di varianti riguarda Madama Cristina, figura controversa di donna forte, di regina reggente carismatica e creativa (a lei si deve l’attuale look elegante ed arioso del centro di Torino), ma anche accusata di trame poco pulite e di crismi morali piuttosto dubbi.I suoi detrattori mormorano che si comportasse alla stregua di una mantide religiosa, uccidendo i suoi amanti facendoli precipitare da una botola a trabocchetto costruita nelle sue stanze al Castello del Valentino.Il Valentino è un’altra delle bellezze architettoniche torinesi di cui bisogna renderle merito, e lei stessa doveva essergli molto affezionata, dal momento che si dice che il suo fantasma sia stato spesso visto scapicollarsi sulle acque del Po, a bordo di un cocchio infuocato, proprio per raggiungere il Castello.Probabilmente l’attendeva un rendez-vous con il suo favorito, il conte Filippo d’Agliè, il cui spettro è stato invece visto aggirarsi ai piedi del Monte dei Cappuccini, esattamente dall’altro lato del fiume, di fronte al Valentino.In attesa della sua amata o in procinto di fuggirle, per non finire di nuovo inghiottito dalla botola mortale?Cristina è stata vista più volte anche nel palazzo che porta il suo nome, quel Palazzo Madama che è un curioso ibrido bifronte, con una facciata barocca ed una medievale.Gira di notte fra le sue sale deserte, e ne accarezza le pareti, come se desiderasse sentire ancora ciò che era stato suo, il suo momento di gloria, i suoi progetti, le sue ambizioni.Come se, forse, si sentisse anche lei un ibrido bifronte: regina senza corona, capo di stato non riconosciuto ufficialmente ma fra i più significativi che il Regno di Savoia abbia mai avuto, angelo e demone pieno di luci e di ombre.

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Palazzo Falletti di Barolo

Nel Palazzo Falletti di Barolo (via delle Orfane 7), oggi sede di diverse mostre d’arte, vaga l’anima di Matilde Provana di Druent, andata in sposa al cugino Gabriele Falletti.Il loro cominciò come un matrimonio felice, ebbero tre figli, e poi, un giorno, il padre di Matilde, il sanguigno Conte Provana, intimò alla figlia di tornare presso la magione paterna, minacciandola di farla portare lì con la forza, qualora si fosse rifiutata.Pare che la ragione fosse che, a causa degli ingenti debiti di gioco recentemente contratti, il Conte Provana non fosse più in grado di pagare al genero l’ingente dote promessa per la figlia, che peraltro continuava a procrastinare ormai da qualche anno.Ma Matilde non tornò mai a casa dal padre.Preferì suicidarsi, buttandosi da una delle finestre del piano nobile di Palazzo Barolo.Se il suo fosse veramente un matrimonio felice, e se davvero non esistessero altre soluzioni alla controversia, non lo sapremo mai. Così come non sapremo i reali motivi dietro la perentoria richiesta del padre.Sta di fatto che Matilde Palazzo Barolo proprio non voleva lasciarlo.Ed è ancora lì.In compagnia, pare, di Silvio Pellico, che spirò fra queste mura.Una targa commemorativa lo ricorda, e questa, secondo gli esoteristi, è una pratica assolutamente vincolante per un fantasma - lo fa sentire in obbligo di rimanere legato all’edificio che ricorda la sua memoria.O forse anche Silvio Pellico aveva qualche punto rimasto in sospeso, proprio lì fra le mura di questo palazzo.
                                 
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In via Bligny c’è qualcuno che dice di aver visto lo spettro di un frate bussare incessantemente al portone laterale della Chiesa del Carmine.Ogni notte, sul penultimo gradino.Forse un frate infedele che era stato scacciato dalla chiesa per indegnità…O più probabilmente un gioco d’ombre creato dai lampioni e dagli stipiti.Sta di fatto che, quando negli anni Ottanta il Comune predispose l’illuminazione elettrica della zona, il fantasma scomparve.Primo caso di anima dannata che riuscì a trovare la pace grazie ad un lampione.Le suggestioni, del resto, hanno bisogno della giusta atmosfera per vivere.E i fantasmi hanno bisogno di qualcuno che creda in loro per continuare ad essere ricordati...
Serena Chiarle.

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