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Fanteria dello spazio – Robert A. Heinlein (estratto)

Creato il 04 agosto 2012 da Maxscorda @MaxScorda

4 agosto 2012 Lascia un commento

Il centro di reclutamento era nell’atrio, una specie di chiosco, separato dalla sala da una ringhiera. Alla scrivania sedeva un sergente con una vistosissima uniforme da parata e il petto ricoperto di nastrini che per me non significavano niente. Il braccio destro gli era stato portato via talmente di netto che la giacca era stata confezionata senza manica. Inoltre, avvicinandosi alla ringhiera, si poteva vedere che non aveva le gambe.
La cosa non pareva avvilirlo. Carl disse: — Buongiorno. Voglio arruolarmi.
— Anch’io — feci eco.
Lui ci ignorò. Dalla sua sedia accennò una specie di inchino e disse:
— Buongiorno, signorina. In che cosa posso esserle utile?
— Voglio arruolarmi anch’io.
Lui sorrise. — Brava ragazza. Vada nella stanza due zero uno e chieda del maggiore Rojos. Si occuperà di lei. — La guardò dalla testa ai piedi.
— Pilota? — chiese.
— Se è possibile…
— Ne ha tutte le caratteristiche. Bene, vada dalla signorina Rojos. Con un ringraziamento al sergente e un arrivederci a noi, Carmencita se ne andò. L’uomo riportò la sua attenzione su di noi e ci studiò senza nemmeno l’ombra dell’interesse che aveva dimostrato per Carmencita.
— Allora — chiese — dove volete arruolarvi? In salmeria?

— Oh, no! — protestai. — Voglio fare il pilota.
Mi fissò, poi distolse lo sguardo senza fare commenti. — E tu? — chiese a Carl.
— Vorrei entrare nel corpo di Ricerca e sviluppo — rispose Carl con aria seria. — Specializzazione elettronica, possibilmente. Mi risulta che le probabilità di essere ammessi sono abbastanza buone.
— Sono buone, se superi l’esame — ribatté severo il sergente. — Ma bisogna avere i numeri, sia come capacità sia come preparazione. Sentite, ragazzi, avete idea del perché mi tengono dietro questo tavolo?
Io non capii la domanda. Carl chiese: — Perché?
— Perché il governo se ne infischia che voi vi arruoliate o no. Perché è diventata una moda, per certa, troppa, gente, fare una ferma, guadagnarsi il diritto di voto e appiccicarsi un nastrino all’occhiello per darsi le arie del veterano, magari senza avere mai partecipato a un combattimento. Ma se voi siete decisi ad arruolarvi e io non riesco a dissuadervi, allora dobbiamo prendervi, perché è un vostro diritto costituzionale. Tutti, maschi e femmine, hanno diritto per nascita a servire il governo e ad assumere la piena cittadinanza, ma la verità è che non sappiamo più come utilizzare i volontari in servizi che siano veramente utili. Non tutti possono essere dei veri militari e a noi non servono molti uomini. Inoltre, quelli che si presentano, nella maggior parte dei casi, non sono esattamente materiale di prima scelta. Avete idea di quello che occorre per essere un buon soldato?
— No — confessai.
— Molta gente crede che bastino due mani, due piedi e un cervello idiota. Può darsi, se è per farne carne da cannone. È possibilissimo che a Giulio Cesare questo bastasse. Ma, al giorno d’oggi, un soldato semplice è uno specialista talmente esperto che potrebbe considerarsi un maestro in qualsiasi altro campo. Non possiamo correre rischi con degli stupidi. Quindi, per quelli che insistono nel voler fare il servizio militare, ma non hanno la stoffa necessaria, abbiamo dovuto escogitare tutta una lista di impieghi talmente sudici, massacranti e pericolosi che se ne tornano a casa prima del tempo con la coda tra le gambe o perlomeno si ricorderanno per tutta la vita che il diritto di voto è un privilegio importante e che per ottenerlo hanno dovuto pagare un grande prezzo. Prendete la ragazza che era qui prima. Vorrebbe diventare pilota. Spero che ci riesca, abbiamo sempre bisogno di bravi piloti, non ce ne sono mai abbastanza. Forse ce la farà, ma se fallisse potrebbe finire in Antartide e i suoi begli occhi, non vedendo altro che luce artificiale, diventerebbero rossi mentre le sue mani si riempirebbero di calli per il duro e sporco lavoro. Avrei voluto dirgli che il meno che Carmencita sarebbe potuta diventare era programmatrice di computer per l’osservazione del cielo, visto che era veramente geniale in matematica. Ma l’uomo stava proseguendo con il suo discorso.
— Perciò, mi mettono seduto qui, per scoraggiarvi. Guardate. — E fece ruotare un poco la sedia girevole affinché vedessimo bene che era senza gambe. — Poniamo che non finiate a scavare gallerie sulla Luna né a fare da cavie per nuove cure contro le malattie, non potendo servire ad altro. Facciamo l’ipotesi che da voi si possano effettivamente ricavare due com-battenti. Guardate me. Ecco che cosa può capitarvi, se non ci restate del tutto e procurate ai vostri genitori un bel telegramma di condoglianze. Il che è molto più probabile, perché di questi tempi, sia durante l’addestramento sia in combattimento, sono pochi quelli che restano solo feriti. È più probabile lasciarci le penne e finire in una bara. Io sono una rara eccezione. Ho avuto fortuna… ammesso che vogliate chiamarla fortuna. Tacque per un attimo, poi riprese: — Quindi, perché voi due non ve ne tornate a casa, vi iscrivete all’università e dopo vi mettete a fare i chimici, gli assicuratori o quello che vi pare. Un periodo sotto le armi non è un gioco da ragazzi. È autentico servizio militare, duro e pericoloso perfino in tempo di pace, oppure è solo una perdita di tempo. Non è una vacanza e nemmeno un’avventura romantica. Allora?
— Io mi arruolo — dichiarò Carl.
— Anch’io.


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