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Faola, al porto industriale di Oristano la situazione è grave. Fra 7 giorni il processo all’armatore, ma i marinai senza stipendio non lasceranno la nave

Creato il 26 giugno 2011 da Yellowflate @yellowflate

faola, 23 marinai abbandonati al proprio destino senza acqua e cibo, banchina nord, pt industriale oristanoOristano, da giorni al porto è ormeggiata una vecchia nave blu, ad osservarla dall’esterno sembrerebbe “disabitata”, messa lì all’ancora, a vederla da lontano l’aspetto è quello di una nave abbandonata, non curata e arrugginita. Invece la nave è quella di cui da qualche pò di tempo si legge e si sente parlare in modo sommesso, un mercantile di un armatore che non si è curato del suo equipaggio.

E’ la Faola, con a bordo 17 egiziani e pakistani, batte bandiera panamense, l’armatore è  greco, proviene dal porto di Cagliari. La nave si è fermata a Oristano, nel porto industriale perchè sul mercantile è venuto a mancare il carburante. I marinai da mesi viaggiano in attesa di ricevere gli stipendi maturati da tempo, oramai non hanno però nemmeno  cibo, acqua per lavarsi e persino il carburante per far funzionare i servizi interni. Per sfamarli e dar loro la possibilità di telefonare a casa, sono dovuti intervenire i volontari della Caritas di Oristano e della Stella Maris di Cagliari.

Leggiamo sulle edizioni locali di alcuni quotidiani della stampata che la nave  ormeggiata alla banchina della riva nord del porto industriale è messa sotto sequestro dal tribunale di Oristano.

Qualche giorno fa poi, il capitano di fregata Alberto Ugga, si è rivolto all’Itf, organizzazione che a livello mondiale tutela i marittimi in difficoltà,per cercare di dare sollievo all’equipaggio stremato.

Secondo Ugga, la nave è una «una autentica carretta del mare» (fonte La Nuova Sardegna), la Faola ha poco più di 30 anni e pesa circa 5mila tonnellate  e, da come si legge sul giornale il mercantile è ormeggiato al porto dalla   fine di maggio. Da quando, nel corso di una manovra errata, è finita contro la banchina Cwf, con uno squarcio di notevoli dimensioni ed è proprio per questo motivo che ai primi del mese gli uomini della capitaneria di Cagliari sono intervenuti per una ispezione per capire come mai dopo l’incidente la nave non potesse più riprendere la rotta ed è così che si è scoperta la situazione allarmante, ai limiti dell’umano.

Gravissimi deficienze sono state verificate e, per le infrazioni è stato denunciato il comandante della nave, un russo,  è stato il tribunale di Oristano a emettere un decreto di sequestro cautelativo: infatti i creditori, per mancanza di garanzia da parte dell’armatore sul pagamento dei debiti vantati dal Cwf e la società Tharros Marittima di Oristano, proprietari della banchina,  hanno infatti agito per vie legali.  Il primo di luglio il tribunale analizzerà la causa e forse la nave potrà lasciare il porto. Intanto da quanto si apprende dall’Unione Sarda ieri i marinai hanno ricevuto la visita di un rappresentante dell’ambasciata pachistana, e hanno detto «di non essere intenzionati a rientrare in patria senza aver incassato gli stipendi arretrati». Intanto Caritas, Stella Maris e sopratutto il pastificio Cellino continuamente monitorano la situazione portando viveri ai marinai.

 


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