Far from over...
Mi domandarono Benedetto Croce all'esame di maturità. Era l'ultimo filosofo nel programma di filosofia ed io l'avevo studiato appena... Oh, avevo studiato benissimo il materialismo dialettico, ma il Croce meritava molto più di una 'sbirciatina'.
Questo a suffragare l'importanza degli 'ultimi'.
IL COLLEZIONISTA DI FINALI
RIASSUNTO DELLA TRAMA (puntate/post precedenti):
I° parte: La storia si svolge a Padova. Arturo conosce in modo inaspettato Anna, mentre è a casa di Filippo, nel mezzo di una festa. Scopre i due che si stanno baciando nella biblioteca della grande casa del professore Brunelli, padre di Filippo.
Filippo si arrabbia con lui e lo caccia da casa; è sgarbato anche con Anna che se ne va insieme ad Arturo, che con la macchina l'accompagna a casa a Legnaro.
Arturo è uno studente universitario di lettere.
Anna è in terza liceo classico, e si sta preparando per l'esame di maturità.
II° parte: la storia viene narrata in prima persona da Umberto, uno squattrinato scrittore di venticinque anni, che s'arrabatta finanziariamente scrivendo lettere d'amore a pagamento e piccole recensioni di libri sui giornali. Umberto viene invitato da Marta, la sua ragazza, a casa di Arturo, suo cugino.
Umberto accetta e insieme vanno a casa di Arturo, a Piove di Sacco, una cittadina in provincia di Padova. Lì, la zia di Marta e mamma di Arturo, ha preparato un pranzo stravagante a base di ricette sarde. Durante il pranzo nasce una discussione tra Umberto e Arturo sulla letteratura, sulla scrittura in generale. I due si contrastano, con idee diverse, finché Arturo sfida Umberto. Con le sue lettere Umberto deve far innamorare una ragazza di Arturo. Umberto accetta.
III° parte: E' Anna la ragazza che Umberto deve far innamorare di Arturo. Lui la conosce personalmente all'insaputa di Arturo.
Arturo s'incontra con Anna. Le svela un segreto. Ha la lettera che suo padre doveva consegnarle prima di morire. Confessa di essere stato a conoscenza della relazione di Anna con il padre.
Anna prende la lettera e se ne va. Con Arturo non ha nient'altro da condividere e lascia Arturo al bar da solo, che ricorda alcuni avvenimenti importanti.
Arturo infatti è l'ultima persona che ha visto suo padre ancora vivo. Arturo si rivolge ai carabinieri per denunciarne la scomparsa.
IL COLLEZIONISTA DI FINALI
(per leggere interamente il racconto, seguire i post dall'inizio)
Il carabiniere lo guardò sorridendo. Conosceva le innumerevoli scappatelle amorose del padre di Arturo e sicuramente lo immaginava ancora indaffarato in qualche impresa sessuale un po' più impegnativa del solito e non gli andava di disturbarlo, allarmando inutilmente i colleghi alla ricerca di un sessuomane abituale.
Perciò rassicurò sbrigativamente Arturo, dicendogli che al più presto si sarebbe accertato della scomparsa del padre. Gli lasciò il numero di cellulare per ogni evenienza.
Non si rivelò un'indagine facile per il sovrintendente Castrocielo, giunto senza macchia al pensionamento. Del padre di Arturo non trovò nessuna traccia, né dentro il fiume, vicino al quale era stato visto pescare, dragato più volte senza successo, né a casa delle sue innumerevoli amanti.
Perdere un amico e non trovarlo, quando si è carabiniere, quando tutta la vita lavorativa è costellata di onoreficenze e di riconoscimenti, di zelo e operosità, seppure semplice, a livello locale, è qualcosa che potrebbe macchiare per sempre la propria carriera e ti segna nel resto degli anni. Purtroppo ancora oggi, nominando Arturo si pensa all'incompetenza del carabiniere Castrocielo che sottovalutò la richiesta d'aiuto da parte del figlio, ritenendo una svista imperdonabile la perdita di quei giorni precedenti alla effettiva ricerca del pover'uomo.
Il pensionamento non si rivelò quindi per il sovrintendente un'uscita in pompa magna dall'arma, ma un isolamento che lo portò a frequentare studi medici privati per la cura di una depressione invalidante.
***
- Anna!
Si voltò, felice per la sorpresa inaspettata.
- Umberto! Cosa ci fai qui?
- Ero preoccupato e ho deciso di raggiungerti. Ieri sera mi sembravi troppo nervosa.
Si buttò abbandonata tra le sue braccia. - Grazie... ti amo.
Lui ne rimase stupito; non si erano ancora dichiarati nonostante si frequentassero già da qualche mese. La baciò con passione, lì in mezzo alla piazza, mentre le sussurrava 'ti amo'. La sentì completamente sua per la prima volta, dimenticando ogni paura.
Iniziarono a camminare abbracciati, per le vie patavine, addentrandosi nei viottoli del vecchio ghetto, trasportati da antichi richiami di solitudini, intrighi, incontri, riparandosi dallo sguardo indiscreto della volta celeste sotto gli umidi portici, ogni tanto fermandosi a baciarsi, per non lasciare sospeso nessun dubbio d'amore.
- Cosa voleva da te Arturo? - le chiese, spezzando l'incantesimo.
- Conosci Arturo? - lo guardò sorpresa. Poi le successe una cosa strana: un puzzle si ricomponeva davanti ai suoi occhi. Piccoli pezzi cominciavano a combaciare...
(CONTINUA)
P.S. Le foto sono tratte dal web e non hanno alcuna attinenza con il racconto, frutto di pura fantasia.