Da quaggiù lo stormo di anatre disegna un bel quadro nel cielo. Se ci fai veramente attenzione, ti rendi conto che disegna una rete. Una rete nella quale ogni anatra rappresenta un nodo di un filo invisibile che le unisce tutte. Siamo una rete, una rete di individui, di persone, di esseri umani. Siamo una rete di sogni prima di tutto. Siamo una rete di pratiche, forme e punti di vista. Infine siamo una rete di conoscenze. Quello che ci fa rete è la volontà di stare in comune, di condividere le nostre conoscenze per il bene comune. Questo è l’atteggiamento che dobbiamo avere. La volontà di condividere, di cooperare tra di noi e di trovare il modo di condividere con altre persone. Se durante il volo un’anatra si stanca, se una di loro s’indebolisce, subito altre due la fiancheggiano e l’aiutano a volare, a sostenersi, perché qui non si tratta di arrivare per primi, ma che tutti arrivino alla propria destinazione. La destinazione ci fa comuni. La destinazione è la meta che tutti vogliamo: stare meglio.
La cooperazione tra noi non è altro che la cooperazione sociale, la ricchezza di cui disponiamo per realizzare i nostri sogni. Qui non si tratta di chi possiede le idee, o di chi possiede i mezzi per metterle in pratica, o di chi ha la conoscenza per portarle a termine. La questione è, piuttosto, che quella conoscenza, quei mezzi e quelle idee vengano fuori dalla cooperazione. Tutti abbiamo idee, tutti siamo capaci. Guardiamo alle istituzioni educative come il non plus ultra della conoscenza, quando invece il valore più alto della conoscenza si ottiene dalla sperimentazione, dall’incontro e dalle soluzioni che tra tutti possiamo scoprire.
Questa conoscenza prodotta dalla cooperazione sociale è la vera ricchezza. Vogliamo sentirlo dire con altre parole? Dunque, nessuno sa come alzare un recinto, nessuno sa come si fa una rivista, nessuno sa come si porta a termine un ciclo di film all’aperto, nessuno sa come s’organizza una cena, nessuno sa come si raccoglie il denaro per tutte queste iniziative, nessuno sa come si fa un’inchiesta, nessuno sa come si cambia il mondo. Ma forse tra tutti, provandoci una volta e poi un’altra, troveremo un modo. E quella conoscenza nessuno te la regala. Te la sudi però domani ce l’avrai, pronta per essere usata ovunque. E tutto questo non farà altro che rendere più grande il nostro comune e farà delle nostre idee una ricchezza inestimabile. Nelle rete che siamo l’unica forma di sopravvivenza è la solidarietà. La solidarietà che tende la mano a chi adesso non ce la fa, che comprende lo sforzo di tutti e lo rispetta. La solidarietà sincera che critica per aiutare, che aiuta per superare, che coopera per crescere, che cresce per cambiare, che cambia per migliorare, che migliora per potere, finalmente, essere felici. Ma questa solidarietà dev’essere sincera e degna. Sincera quando dice le cose, quando esprime dubbi e certezze, quando dà opinioni e quando ascolta. E degna tutte le volte che afferma e difende la sua affermazione. Senza timori perché nessuno è stupido. Senza timori perché nessuna idea è vuota, al contrario, tutto può arricchire, assolutamente tutto. E’ necessario crederci, nient’altro. Nella Bibbia, meraviglioso libro di storia e filosofia, spettacolare romanzo, incredibile metafora della vita dell’essere umano, si racconta di quando Mosè un giorno decide di ribellarsi agli egizi. La tirannia del faraone chiede troppo al popolo. Ed è così che si decide di disobbedire alle regole del tiranno. Il popolo ebreo decide di sottrarsi al dominio. Esiste il momento della guerra, il conflitto, ma c’è anche il momento della disobbedienza, della detrazione. Il popolo ebreo, racconta la Bibbia, decide di andarsene in un’altra terra, la terra promessa. Inizia così l’esodo. Ognuno raccoglie le proprie cose, si prende le cose che vuole portarsi via, che sono per costruire un nuovo paese in un’altra terra. L’esodo a un’altra nuova terra. Il nostro è un esodo a un altro mondo. Quello che stiamo facendo è andarcene, sottrarci a questo mondo verso un altro più accogliente in cui possiamo costruire e realizzare i nostri desideri.Cominciamo a camminare, quindi, iniziamo a camminare verso un altro mondo. Portiamoci i nostri sogni, raccogliamo le nostre idee che sono quelle di tutti noi. E’ una grande responsabilità, quella di cominciare a camminare insieme. Significa tendere la mano a chi è stanco. Significa difenderci dall’esercito egizio che ci perseguita perché significa avere fiducia l’uno nell’altro e far sì che l’altro si fidi di te.