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Fare impresa è l’impresa

Creato il 15 settembre 2014 da Pippoferrante

fare_impresa[scrivevo] Dal rapporto annuale della Banca Mondiale denominato “Doing Business” viene fuori sempre lo stesso dato: in Italia fare impresa è difficile. Abbiamo raggiunto la 65° posizione su 118 Paesi misurati, sulla base di alcuni indicatori tipo: tempi e costi di apertura o chiusura di una società, flessibilità del lavoro, accesso al credito, tasse, burocrazia, incidenza della giustizia civile. L’Italia addirittura ha peggiorato la posizione soprattutto perchè gli altri paesi hanno compiuto progressi molto più rapidi dei nostri nel corso dell’ultimo anno. Tre sono gli aspetti critici che la Banca Mondiale prende come elementi che hanno portato al peggioramento della posizione in classifica: la diminuzione della flessibilità del lavoro, la lentezza della giustizia civile ed il pagamento delle tasse. In una sola classifica siamo tra i primi 30 paesi del mondo: la facilità con cui si chiude una società. In un ambiente di business che dall’esterno viene descritto in tale modo, quali azioni si possono prendere per cambiare alcune di quelle aree che il rapporto definisce di progresso?

[il post è del 2008 ed ho cancellato tutto il resto, perchè è inutile]

Quello che mi ha colpito di più di questo studio e dell’articolo apparso sul Ilsole24ore, vedi qui, è proprio la sottolineatura di come la nostra capacità e possibilità di miglioramento vada molto a rilento rispetto a quella di altri paesi, non solo dei classici paesi industrializzati, ma soprattutto quelli nuovi, gli emergenti. Se ci si riflette i tre aspeti a cui è legato il peggioramento sono tutti temi battuti e combattuti dalle classi politiche degli ultimi anni. Manca una pianificazione degli obiettivi? oppure non si hanno proprio obiettivi e si cammina alla giornata?



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