Fare la spesa

Da Pachamamae

Questa mattina recandomi al lavoro ascoltavo alla radio le notizie sulla stazione RAI. In particolare in quelmomento trasmettevano notizie della "pagina" economica del Paese e in particolare si parlava del cambiamento delle abitudini e modalità dei consumi di generi alimentari della media delle famiglie in risposta alla crisi attuale.
E' cambiato il modo di fare la spesa. Sempre più famiglie spendono, per alimentarsi, facendo acquisti presso gli "Hard-Discount" per trovare prezzi più bassi.
E fin qui niente di nuovo. Con l'avvento dei Discount qualche anno fa credo che tutti vi ci siamo infilati almeno una volta dentro o vi facciamo regolarmente o periodicamente spese.
Personalmente ho sempre selezionato attentamente cosa prendere al discount e pian piano ho smesso definitivamente di andarci. Ne rimane solo uno, piccolo, che frequento regolarmente perchè il gestore vi vende, tra gli altri, tanti prodotti artigianali e locali, presumo per scelta-interesse personale, installando fra l'altro il banco dei "freschi" che generalmente non è presente in questo genere di negozi.
Ritornando alle notizie della radio ciò che mi ha più colpito è stato il dato di fatto che sempre più persone, statisticamente,  abbiano dirottato al Discount l'intero comparto degli alimenti aggiungendo ora anche l'acquisto di carne e pesce.
Questo mi ha lasciato un pò perplessa.
Tutti sappiamo che discount oltre che sinonimo di prezzi inferiori lo è anche di QUALITA' inferiore, in generale.
Quindi molti sono arrivati alla soglia che io mi rifiuto di raggiungere, centellinare sul cibo e sulla sua qualità.Il cibo siamo noi. Da ciò che mangiamo dipende la nostra salute, il benessere di tutti.
Scusate, forse io non capisco. Io lavoro, ho sempre lavorato ed anche mio marito. Lo so, siamo fortunati.
Non viviamo nella ricchezza ma non ci è mai mancato nulla. Ma credo che porterei abiti consunti, scarpe vecchie e tante altre cose prima di arrivare a mangiare male .
Poi mi sono un pò rincuorata con una successiva intervista di un signore del settore Agricoltura (non mi ricordo chi fosse di preciso) che esponeva un fatto positivo, un cambiamento che io trovo molto significativo.Si tratta del fatto che molti comuni consumatori (inserisco la nostra famiglia nella lista)  in risposta alla crisi o all'incertezza del futuro piuttosto si rivolgono sempre di più a produttori locali, coltivatori, allevatori della propria zona di residenza.
Voglio vedere il lato positivo in tutto questa negatività che si sente dappertutto, la difficoltà del momento potrebbe portare ad un cambiamento di abitudini positivo per il prossimo futuro.

Guardare di più a ciò che ci è vicino per risparmiare sui Km, sulle confezioni ma anche per valorizzare il territorio nel quale viviamo potrebbe essere una buona cosa per noi, ma anche per le future generazioni.Un input ad investire in casa nostra, ognuno per la zona in cui vive in primis, a cui siamo legati per nascita, per affetti. Credo che questo possa essere di aiuto a sentirci parte integrante, essere essenziali per il luogo in cui viviamo, e non solo usarlo e poi gettarlo, e successivamente fieri appartenenti ad un territorio più vasto, un Paese ricco di varietà apprezzate ovunque e valorizzate dalla popolazione locale.
Credo che il nostro Paese dovrebbe investire molto di più sulle ricchezze del nostro territorio il quale su innumerevoli fronti, come in questo  del settore agroalimentare e spesso imbattibile a livello mondiale.
Lo so,  il tema sarebbe ben più ampio e tanti gli aspetti si potrebbero da discutere. Solo questi erano i  pensieri che mi frullavano in testa stamattina ascoltando la radio.

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