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Fare meta dietro le sbarre: succede in Piemonte

Creato il 27 ottobre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Fare meta dietro le sbarre: succede in Piemonteda La Stampa, dosso piemontese, a firma di Romano Sirotto

Serie C Territoriale-Piemonte di rugby, La Drola-Vercelli 12-32. «Si vinceva noi 12-10
ma alla fine sono i più forti a vincere» ha commentato Walter Rista, ex azzurro.
Tutto sembrerebbe rientrare nell’ottica sportiva, ma se c’è una volta in cui è lecito dire
che nello sport il risultato non conta ebbene questa è stata l’occasione giusta. La
Drola è un squadra interamente formata da detenuti del carcere delle Vallette e
sabato è scesa per la prima volta in campo tra le mura amiche dopo mesi di allenamenti.
Siamo già al quarto turno e la burocrazia ha impedito di radunare in tempo i giocatori
provenienti da altri penitenziari, ma le altre gare si recupereranno, l’importante era
partire, come ha confermato Pietro Buffa, direttore del carcere: «E’ un progetto unico in Italia e, probabilmente in Europa, e siamo grati ai club e alla federugby che ha assecondato le nostre esigenze».
La Fir regionale ha avuto un ruolo importante nel sostegno all’iniziativa della
Onlus «Ovale oltre le sbarre» ma anche Roma crede nel progetto, tanto che il presidente nazionale, Giancarlo Dondi, è presidente onorario dell’associazione.
Tutto è nato da un’idea: portare al rugby, duro sport di contatto che fa del rispetto delle regole la sua filosofia, chi le regole le ha perse per strada. Agli ordini del coach Stefano Rista la squadra si sta costruendo: moldavi, tunisini, marocchini, venezuelani e italiani stanno assimilando schemi e tecniche nelle dieci camere appositamente adibite nel braccio Arcobaleno (la cooperativa che lavora all’interno del carcere) nelle quali i giocatori-reclusi vivono.
Se il proposito è sui generis, anche il nome è volutamente in linea. «Drola» in piemontese vuol dire strana, simpatica, curiosa, ma se si scrive unito, ladrola,
ecco un’ autoironica allusione.


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