Ho letto con interesse l’intervista (link) concessa da Franco Cavalli al portale on-line di critica sociale Sinistra.ch sul nuovo movimento politico “Forum alternativo” da lui lanciato unitamente a Giancarlo Nava (BelTicino) e a Enrico Borelli (UNIA). In tale intervista Cavalli afferma che il Forum è una “iniziativa trasversale, al di fuori dei vari partiti della sinistra e che non vuole influenzare la linea di nessun partito”. In pratica ci sarebbe bisogno di “qualcosa di nuovo, di uno scossone che rompa un po’ la staticità che pervade la sinistra”. Il PS sarebbe in questo senso troppo “poco offensivo” e “addormentato”, ma anche il resto della sinistra, quella più combattiva, fra cui il Partito Comunista (PC), non andrebbe bene poiché sarebbe “chiusa su se stessa”.
Non credo che quest’ultima critica sia veritiera: non solo i comunisti hanno inviato una propria delegazione ad entrambe le riunioni del Forum finora svoltesi, ma proprio di recente il PC ha tenuto un partecipato Congresso, che ha raggiunto numeri che da oltre vent’anni non si vedevano, che ha interessato ospiti esteri (dall’Italia alla Turchia, passando per la Germania) e che ha visto presenti non solo un folto numero di giovani e giovanissimi, ma anche vari simpatizzanti ed ospiti ticinesi, raggiungendo così lo scopo di volerci confrontare con la popolazione, con spirito aperto al dialogo.
E questo proprio perché riteniamo – come giustamente afferma Cavalli – che uno dei problemi della sinistra oggi sia l’autoreferenzialità: sia quella di tipo istituzionale del PS, sia quella “gruppettara” ed estremista che agisce nell’intento di ostacolare la formulazione a sinistra di un progetto politico marxista, rigoroso e propositivo, che sappia cioè delineare le soluzioni ai problemi dei lavoratori e non solo declamare slogan roboanti.
Franco Cavalli continua poi nell’intervista affermando che il PC e l’MPS si siano “disinteressati” di fronte all’iniziativa 1:12 per salari equi e ciò per ragioni di parrocchia. Tutt’altro! Il PC non ha mai guardato alle etichette (né tantomeno alle parrocchie!) ma ha sempre sostenuto tutte le iniziative o i referendum che avessero contenuti condivisibili. L’iniziativa 1:12 (per la quale comunque abbiamo responsabilmente aiutato nella raccolta delle firme) è stata studiata a fondo al nostro interno e siamo giunti alla conclusione che essa non solo non avesse realmente quel “contenuto più spiccatamente di classe degli ultimi vent’anni” che invece ritiene Cavalli, ma che anzi avesse varie lacune, tali da renderla di fatto facilmente aggirabile e da non favorire né un miglioramento delle condizioni sociali dei lavoratori, né una minore discriminazione salariale. L’iniziativa 1:12 l’abbiamo tuttavia sostenuta nell’ottica di dare un segnale all’economia privata e per una questione etica, ma privi della convinzione che riuscisse ad affrontare davvero i problemi economici e sociali del Paese. Ha ragione Cavalli: dai comunisti non c’è stata una “ondata d’entusiasmo”, proprio perché non volevamo in alcun modo seminare illusioni! Non è così, infatti, che si riesce ad attirare a sinistra “nuove forze, soprattutto govanili” e – mi si permetta – ne parliamo a ragion veduta.