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Fare sesso previene i calcoli renali più delle medicine!

Creato il 17 dicembre 2015 da Freeskipper
Fare sesso previene i calcoli renali più delle medicine!Bere tanto, fare sport e soprattutto l'amore, almeno 3 volte alla settimana. Il sesso potrebbe entrare in ricetta medica dopo uno studio pubblicato su 'Urology' da un gruppo di medici turchi, che hanno dimostrato come l'attività sessuale faciliti l'espulsione spontanea dei calcoli uretrali. Avere rapporti frequenti, addirittura, sembrerebbe funzionare
meglio dei farmaci che aiutano a eliminare il 'sassolinò per vie naturali. La ricerca condotta dal Dipartimento di Urologia del Training and Research Hospital di Ankara ha coinvolto pazienti maschi, maggiorenni, con colica renale o diagnosi di calcolo ureterale, suddivisi a caso in 3 gruppi. Dei 90 uomini che rispondevano ai criteri di inclusione, 75 hanno completato lo studio durato 4 settimane. Al primo gruppo è stata data come unica indicazione quella di avere almeno 3 rapporti sessuali a settimana, al secondo è stato somministrato un farmaco alfa-litico, al terzo solo una terapia sintomatica (gruppo controllo). Dopo 2 settimane gli autori hanno osservato che nel primo gruppo la percentuale di espulsioni spontanee dei calcoli era quasi doppia rispetto al gruppo 2 (84% contro 47%), mentre il terzo mostrava la percentuale più bassa (34%). A 4 settimane il 93,5% dei pazienti del gruppo 1, l'81% del gruppo 2 e il 78% del 3 avevano espulso spontaneamente i calcoli. Questi risultati sono stati commentati con interesse dagli esperti della Società italiana di andrologia, che per spiegare le conclusioni dei colleghi chiamano in causa i possibili effetti delle endorfine. I cosiddetti ormoni del piacere. Il movimento meccanico del rapporto sessuale e l'azione miorilassante delle endorfine rilasciate durante l'orgasmo potrebbero, infatti, essere alla base di una più semplice e rapida espulsione dei piccoli calcoli posizionati nel tratto finale dell'uretere. Una conclusione curiosa, che deve portare clinici e ricercatori a riflettere su possibili alternative terapeutiche alle attuali, che potrebbero avere ripercussioni positive anche in termini di costi sanitari diretti (terapia farmacologica e chirurgica) e indiretti (giornate lavoro perse).

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