Fari puntati su Camera e Senato, si eleggono i Presidenti

Creato il 15 marzo 2013 da Appnetwork

Inizia la XVII legislatura con molti volti nuovi, tante incognite e parecchi giovani tra i banchi. Appuntamento cruciale. Alle ore 10:30 al via i lavori della Camera dei Deputati. Alle ore 11:00 al Senato si apre la prima seduta. All’ordine del giorno l’elezione dei rispettivi presidenti, le due cariche più importanti insieme a quella del Presidente della Repubblica.

La prima seduta sarà presieduta dal Vicepresidente della legislatura precedente più anziano per elezione. Sullo scranno più alto dell’Emiciclo siederà Antonio Leone del PdL. I quattro deputati segretari provvisori vengono individuati secondo lo stesso criterio: saranno Gregorio Fontana, Lorena Milanato, Pino Galati (tutti e tre del PdL), e Giampiero Bocci (Pd). Subito dopo l’insediamento dell’Ufficio di presidenza provvisorio, la seduta verrà brevemente sospesa per consentire alla Giunta per le elezioni provvisoria di provvedere agli accertamenti relativi alle opzioni dei deputati eletti in più circoscrizioni. Alla Camera sono 14, che, in virtù delle loro opzioni, lasceranno il posto a a 35-40 deputati. La Giunta delle Elezioni provvisoria sarà presieduta da Pino Pisicchio ed è composta dai deputati membri della Giunta delle Elezioni nella precedente legislatura presenti in Aula. Se il numero di tali deputati fosse inferiore a 12, il presidente provvisorio integrerà il Collegio con un sorteggio. Terminata la Giunta, il presidente provvisorio procederà alla integrazione del numero dei deputati proclamando eletti i candidati che subentreranno a quelli che hanno optato. Da questo momento, la Camera è nel suo plenum.

L’elezione del Presidente avviene con una votazione segreta per schede. Nella prima votazione è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti l’Assemblea, ovvero 420 voti. Per il secondo ed terzo scrutinio il regolamento di Montecitorio richiede la maggioranza dei due terzi considerando anche le schede bianche. Per gli eventuali scrutini successivi è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (316), computando anche le schede bianche. Ciascun deputato esprime il suo voto nella scheda all’interno di cabine allestite tra il banco della presidenza e quello del governo e la deposita in un’urna. Lo spoglio delle schede è pubblico ed avviene in Aula. Nel caso in cui fossero necessari più scrutini per eleggere il presidente, la seduta potrebbe protrarsi per più di una giornata; in ogni caso, formalmente si tratta di una seduta unica. Nelle ultime legislature il presidente è stato eletto il giorno successivo all’inizio della seduta al quarto scrutinio. Dopo la proclamazione, il presidente provvisorio si reca dal presidente eletto, che solitamente attende il responso dello spoglio fuori dall’Aula, per comunicargli ufficialmente la sua elezione. Il nuovo presidente assume, quindi, la presidenza della seduta e pronuncia il proprio discorso di insediamento.

Eletto il presidente, che pronuncia un discorso di insediamento, l’Assemblea è chiamata ad eleggere gli altri componenti quattro vicepresidenti, tre questori ed otto segretari che compongono l’Ufficio di presidenza. La votazione avviene, però, nella seduta successiva a quella in cui è stato eletto il presidente. In questo organo dovranno essere rappresentati tutti i gruppi parlamentari, la cui costituzione deve avvenire entro quattro giorni dalla prima seduta. Per questo, recita il regolamento, il presidente della Camera dovrà promuovere le “opportune intese” tra i gruppi. Ciascun deputato scriverà sulla sua scheda due nomi per i vicepresidenti, due per i questori, quattro per i segretari. Le schede con nomi in numero superiore a quello previsto verranno dichiarate nulle. Saranno eletti quanti che al primo scrutinio avranno ottenuto il maggior numero di voti. Lo spoglio si effettua in una sala attigua all’Aula che viene appositamente allestita. Per prassi, il vicepresidente e il questore che hanno ottenuto il maggior numero di voti si denominano “anziano” e fungono rispettivamente da “vicepresidente vicario” e da “primo questore”. L’ufficio di presidenza potrà, poi, essere ulteriormente integrato, nel caso in cui la presidenza della Camera dovesse autorizzare, in deroga, la costituzione di gruppi parlamentari di consistenza inferiore a venti deputati.

Inizierà alle ore 11:00 la seduta numero uno del Senato della Repubblica nella XVII legislatura. La prima seduta sarà presieduta dal Senatore a vita Emilio Colombo (93 anni). Non sono previsti, diversamente dalla Camera, i vicepresidenti provvisori. I sei senatori segretari provvisori saranno i sei eletti più giovani: tutti di Pd e M5S. Subito dopo l’insediamento dell’Ufficio di presidenza provvisorio, la seduta verrà brevemente sospesa per consentire alla Giunta provvisoria per la verifica dei poteri di provvedere agli accertamenti relativi alle opzioni dei senatori eletti in più circoscrizioni. Si tratta di sei senatori che dovranno comunicare in quale circoscrizione intendono risultare eletti. Compiuto questo passaggio si apriranno le porte dei Senato per i primi dei non eletti nelle circoscrizioni lasciate libere.  In tutto si tratta di 18 seggi senatoriali da assegnare. La Giunta delle Elezioni provvisoria è costituita dai Senatori membri della Giunta delle elezioni del Senato della precedente legislatura che siano presenti alla prima seduta. Essendone stati rieletti in sei, uno in meno dei sette previsti, il presidente provvisorio procede all’integrazione del collegio con un sorteggio. La Giunta provvisoria è presieduta dal componente più anziano di età ed ha come segretario il più giovane. Terminata la riunione della Giunta, il presidente provvisorio procederà alla integrazione del numero dei senatori proclamando eletti i candidati che subentreranno a quelli che hanno optato. Da questo momento, il Senato è nel suo plenum.

L’elezione del Presidente avviene con una votazione segreta per schede. Nei primi due scrutini per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato (161), maggioranza di cui nessuna coalizione dispone a Palazzo Madama. Ove non si raggiunga questa maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che prende più voti. A parità di voti è eletto il candidato più anziano di età. Dopo la proclamazione, il presidente provvisorio si reca dal presidente eletto, che solitamente attende il responso dello spoglio fuori dall’Aula, per comunicargli ufficialmente la sua elezione. Il nuovo presidente assume, quindi, la presidenza della seduta e pronuncia il proprio discorso di insediamento.

Nella seduta successiva si procede alla elezione di quattro vicepresidenti, di tre questori e di otto segretari. La votazione è segreta e per schede. Ciascun Senatore scrive sulla propria scheda due nomi per i vicepresidenti, due per i questori, quattro per i segretari. Sono eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti.Per assicurare una più adeguata rappresentatività del Consiglio di presidenza, i gruppi parlamentari che non siano in esso rappresentati possono richiedere che si proceda all’elezione di altri Segretari. Su tali richieste delibera il Consiglio di Presidenza. Il numero degli ulteriori segretari non può essere in ogni caso superiore a due.



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