di Ivana Vaccaroni.
Se finora ho trattato l’argomento “scrittura” ora vorrei chiarire che cosa si può intendere per “lettura”.
Si può “leggere” in molti modi: per approfondire la conoscenza di un argomento, per imparare, per andare oltre quello che il semplice titolo ci dice, per cogliere le sfumature, per informarci. E’ importante anche saper leggere “dietro le righe”, andando oltre il significato letterale e individuando aspetti fondamentali della comunicazione, che avviene in un determinato tempo, in un certo luogo, tra un emittente e un destinatario che evidenziano uno scopo ben preciso e determinati rapporti sociali.
Tutti questi fattori si combinano tra di loro in modo diverso, cosicché ognuno di noi parla e si esprime nei modi più disparati e a seconda del luogo, dei rapporti e delle persone con cui viene in contatto.
Chi comunica, infatti, ha sempre un’intenzione, che può essere quella di realizzare un progetto, raggiungere uno scopo, esprimere un’idea. A volte, però, capita anche di nascondere le nostre vere motivazioni, sia consapevolmente che involontariamente.
E’ utile analizzare innanzitutto per praticità gli articoli di giornale, trattandosi di testi brevi e con finalità precise e facilmente individuabili. Non sono strumenti di informazione oggettiva, all’interno dei quali si possa trovare l’unica verità possibile, ma per la scelta delle notizie da riportare, la loro ampiezza e la conseguente presentazione sono frutto di scelte concertate e collettive. Bisogna imparare dunque ad andare oltre, non fermandosi a una passiva e piena accettazione dei dati forniti; il giornalista, infatti, ha spesso l’intenzione di trasmettere un’opinione e non solo un’informazione.
E lo fa suggerendo al lettore la sua visione dell’accaduto o del problema trattato. In che modo si possono cogliere le sue finalità? E’ importante capire il nucleo centrale del discorso, porre particolare intenzione alle informazioni essenziali, valutare il linguaggio usato e il tono espresso.
E’ chiaro peraltro che lo stesso fatto può dar luogo a opinioni differenti: il confronto tra due articoli che riportano la medesima notizia, ma su giornali di diverso orientamento, può essere molto utile per confermare il concetto che ogni giornale ha un suo “taglio”. E’ evidente pertanto che sono differenti le scelte riguardanti lo spazio da dedicare a una notizia, la posizione da farle assumere al suo interno e, soprattutto, la titolazione più o meno incisiva, cosa che comporterà la riuscita o meno dell’articolo.
Anche lo scrittore di romanzi non racconta semplicemente una serie di avvenimenti così come sono accaduti, ma vuole comunicare un’intenzione precisa, scegliendo personaggi, ambienti e situazioni adatti a tale intenzione in base alla propria ideologia. E’ ovvio che in questo sarà condizionato dall’epoca in cui vive, dalla sua cultura e dai condizionamenti ambientali.
Ora bisogna distinguere il linguaggio: formale o informale? Il primo è il più usato nella comunicazione scritta, essendo più preciso e completo; il secondo è il modo tipico del parlato, poco strutturato e decisamente semplificato.
Un fattore della situazione che impone la scelta del linguaggio da usare e caratterizza la formulazione del messaggio è il contesto, formato sia da elementi linguistici che extra-linguistici. I primi si comprendono dal resto della frase, i secondi da tutti quegli elementi che sono presenti nella situazione in cui avviene la comunicazione stessa. Se non si forniscono tutte le informazioni in quanto si ritengono scontate, si suggeriscono in tal modo al destinatario le conclusioni volute. E’ quindi la situazione che determina la varietà di linguaggio formulato dall’emittente. Esiste anche un registro medio, a metà quindi tra il formale e l’informale, quello con maggiori spiegazioni ma con un tono confidenziale.
C’è poi il linguaggio tecnico, dove le varietà della lingua permettono una comunicazione più precisa e rapida tra persone che si occupano di un particolare argomento e deve essere usato soltanto da chi lo può capire, cioè dagli specialisti di quel particolare settore (medico, giuridico, etc.)
Le funzioni della lingua, quindi si possono così riassumere: espressiva, conativa, fàtica, informativa, metalinguistica, poetica. Tutte seguono un preciso schema che, partendo dall’emittente fa arrivare il messaggio al destinatario tramite un preciso codice e uno specifico canale servendosi sempre di un referente, cioè dell’oggetto di cui si vuole parlare.
Artwork, Edouard Manet – Lecture