una rubrica a cura di Ivana Vaccaroni. Esistono molti modi per scrivere un testo, ce ne sono di parecchi tipi e servono innumerevoli regole per stenderli.
Accostarsi alla letteratura potenziale significa comporre opere divertendosi “in modo serio”, seguendo regole precise e dettate da un gruppo di persone che, nel novembre del 1960, a Parigi, fondava L’OULIPO, ovvero l’Ouvroir de Littérature Potentielle.
Il più fervente sostenitore di questo progetto fu Raymond Queneau, un letterato che si dilettava di regole matematiche insieme a Franҫois Le Lionnais, un chimico appassionato di scacchi e letteratura.
Che cosa si proponevano queste persone? Sperimentare nuove forme di scrittura attraverso l’applicazione di nuove regole, di contraintes, di tutto quell’insieme di dettami che si devono seguire per comporre un testo.
Tali regole non sono necessariamente esplicite ma, entrate nell’uso comune, si sottendono qualora ci si voglia dedicare a scritti di qualunque genere e forma, senza dimenticare che lo scrittore è comunque libero almeno sotto il profilo dell’ispirazione. E lo scopo dei “padri fondatori” fu esattamente quello: scoprire nuove regole e, nello stesso tempo, rifuggirle per dar luogo a opere forse esteticamente poco valide ma frutto di sperimentazioni che non possono, aprioristicamente, fornire risultati concreti sicuri dal punto di vista letterario.
L’obiettivo della letteratura potenziale era dunque esattamente questo: partire dalle regole per creare un’idea di molteplicità potenziale che doveva sfociare in una letteratura frutto di tali imposizioni.
Fu così che anche in Italia nacque tale sperimentazione: a Capri, nel 1990 prese avvio l’OPLEPO( OPIFICIO DI LETTERATURA POTENZIALE) per opera di Ruggero Campagnoli, Domenico D’Oria e Raffaele Aragona ma l’acronimo risale al 1985 per opera di Italo Calvino che già nel 1972 era stato invitato a Parigi a una riunione degli oulipiani. In seguito egli strinse una solida amicizia con Queneau e ne interpretò il pensiero condividendo la sua innovativa esperienza, in virtù della quale tradusse I fiori blu.
Oulipiani sono anche i principi della molteplicità del narrabile alla base di un’altra opera di Calvino, Il castello dei destini incrociati, nonché la “cornice” di cui si servì per unire i brani di Se una notte d’inverno un viaggiatore dove dieci inizi di romanzi sviluppano un’idea comune in modi completamente differenti: tale opera è stata inserita da “The Observer” tra i cento libri da salvare degli ultimi Trecento anni.
Potenzialità e scrittura, per Calvino, erano strettamente legate e in virtù di ciò egli scrisse, ad esempio, il romanzo “che non finisce mai di iniziare”… Il suo modo di fare letteratura è basato sulla forma, su di una struttura precisa da trasformare e rendere non soltanto un mero esercizio retorico – linguistico ma una base dalla quale partire per sviluppare potenzialità infinite.
Ma che cosa significa esattamente letteratura potenziale? Quali, in concreto, i suoi esempi e le sue applicazioni? Gli obiettivi sono quelli di inventare nuove contraintes per poi uscirne…
Essendo stato fondato a Capri è significativo che le prime esperienze vedano l’isola protagonista di tali esperimenti oplepiani
Raffaele Aragona ( uno dei fondatori dell’Oplepo)
Ogni piccolo lembo è posto obbligato
Eremo amato
piazzetta assolata
romita Anacapri
amenissime baie
romantiche cale
estatica Capri
luna caprese
desiata delizia
baciata esistenza
pendenza fenicia
strada Krupp
marine mondane
grotte rutilanti
estati solari
monte Solaro
magnifici scogli
alti strapiombi
grandi vertigini
L’acronimo di ciascun rigo ripete nel titolo quello di Oplepo e nel testo il monogramma dei suoi soci
Nicola Aurilio
Capri aprica
Capri: prima mattina
nasce celestiale l’erma marina;
natura,radioso sole, leggiadria
riappar,arte,tenerissima magia.
Giardino nostro, romantica Capri
rinverdita,d’itali lidi – diva – apri
rive venuste,stendardi d’isola latina.
Napoli lieta t’avvicina.
Nascondigli di glicini, in ilari
riviere regali, lirica, cari
ripari, arie estive, verdeggiante
tesor, sorge gentile. Elegante
terrazza, zagare redolenti
tinteggiano nottate tepenti.
Tiepido, dolce centro trovi
visitator: a tornar riprovi
ov’incanta tale lezioso, sognato
atollo. Lodalo l’ospitato
totalmente: tènere reca
Capri rime, meravigliante teca.
Qui la contrainte consiste nella ripetizione, per ciascun vocabolo, della parte finale di quello precedente. Uguale meccanismo per l’inizio della prima parola e la fine dell’ultima.
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Bibliografia: L’invenzione e la regola- Raffaele Aragona – Edizioni Scientifiche Italiane – Napoli,2012
Italo Calvino Percorsi potenziali Saggi a cura di Raffaele Aragona Ed. Manni-2008
Capri à contrainte a cura di Raffaele Aragona Edizioni La Conchiglia Capri MM
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