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Farina di Crusca, l’italiano (s)conosciuto (9): parole … in libertà

Creato il 09 novembre 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

510px-Indovinello_veroneseuna rubrica a cura di Ivana Vaccaroni. Ovvero libertà di parlare per riflettere sul fatto  che le parole che usiamo abitualmente potrebbero essere sostituite dal corrispondente termine italiano.

In questo articolo vorrei soffermarmi sull’uso quotidiano di parole straniere: il cattivo uso, direi, sapendo che la mia è forse una battaglia persa in partenza. Non per questo rinuncio a combattere: la rubrica, infatti, non a caso riguarda la lingua italiana.

Vorrei giocare un po’per divertirmi e capire se, a torto o a ragione, ci scontriamo con una realtà alquanto sorpassata e lontana dalla mentalità corrente o se mantenere certe espressioni ci sia utile e non di detrimento

Citerò alcuni termini che si considerano intraducibili, per passare poi a quelli che hanno, forse, ancora qualche speranza di essere tradotti se pur saltuariamente.

 Break   E-book  G*y Meeting Part-Time Stand-by  Trash Vin d’honneur

Chi  parlerebbe ormai infatti di “fare una pausa” se può usare un termine molto più breve ed efficace come Break? E come definire un libro “digitale” e non cartaceo?

Per non dire del termine inglese che identifica la persona omosessuale, dal momento che spesso viene citata con termini alquanto volgari e inopportuni mentre G*y e’ addirittura rasserenante.

E il cattivo gusto dove lo mettiamo? Ma è Trash, se vogliamo essere incisivi e immediati.

Passo quindi a elencare una serie di termini dei quali vorrei conoscere l’eventuale utilizzo di chi scrive, legge o semplicemente parla in italiano

Badge  Beauty farm Bep Brand Briefing Budget Check-In Cloud Cool Crossover Fitness Flashback Misunderstanding Music-live Nick-name  Out feet look Outing Password Planning Politically correct Pool Q droid Reset Sit-in Sold-out Spending Review Spoil-system Stand-by Target Trench Trend Welfare Wellness.

Tentiamo l’esperimento della corrispondente  parola nella lingua dei nostri padri? … c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico … Pascoli docet (scusate ma il latino è altrettanto efficace e immediato)!

Se qualche linguista avrà dunque la pazienza di suggerire traduzioni brillanti, incisive, pertinenti … Io mi limito a ricordare le nostre origini:

«Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti» Placito di Capua marzo 960

« Se pareba boves, alba pratalia araba, (et) albo versorio teneba, (et) negro semen seminaba» Indovinello veronese sec.IX

Ne abbiamo fatta di strada … perché dimenticare da dove veniamo? Certo il progresso è utile e imprescindibile ma… altrettanto necessaria la consapevolezza del cammino intercorso.

Featured image, l’indovinello veronese.

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