Avete mai letto il bugiardino di un farmaco? Dovremmo farlo tutti e dovremmo farlo sempre. Io non amo prendere medicine, mi faccio bastare un paio di aspirine all’anno e altrettanti moment quando il male alla capoccia diventa intollerabile.
Comunque leggo sempre il bugiardino, anche e soprattutto delle medicine per mia figlia. Ho smesso di preoccuparmi degli effetti collaterali. Credo che ci sia una necessità di tutelarsi da parte delle case farmaceutiche che porta a non indicare le percentuali di tali effetti collaterali. Mi spiego: non c’è mai scritto “può causare la morte nel 2% dei casi” oppure “può causare patologie cardio respiratorie nel 4% dei casi”.
E’ tutto imponderato e quindi rischioso.
Però non è di questo che volevo parlare. Volevo parlare della tendenza dell’uomo ad accettare di introdurre un certo numero di problemi al fine di eliminarne uno. In buona sostanza, per eliminare il problema mal di testa mi assumo il rischio di introdurre un certo numero di problemi, alcuni dei quali potenzialmente più deleteri del mal di testa di partenza. Perché?
L’uomo di suo non è un animale coraggioso, anni di evoluzione l’hanno portato a perdere aggressività e coraggio in favore di una crescita delle capacità cognitive, sociali ecc, ecc.
Cos’è allora che ci porta ad assumerci questo rischio? Credo che sia una combinazione di fattori: in primis non è una scelta razionale, il nostro cervello non dice “ok, il rischio vale la candela”; poi c’è la fiducia verso chi ci ha ordinato di prendere la medicina (avete notato che le persone dicono proprio “me l’ha ordinato il medico”); infine c’è la paura per il dolore contestuale che è superiore a qualsiasi valutazione sul dolore futuro, rifuggire il dolore è l’input prioritario nel nostro cervello.
Mi fermo prima che le case farmaceutiche mi buchino le gomme.