Un’importante inchiesta giudiziaria partita da Parigi sta smascherando uno dei più grandi scandali farmaceutici nel vecchio continente degli ultimi anni: la procura della capitale francese ha infatti incriminato per frode in assicurazione sanitaria sull’imprenditore farmaceutico Servier, patron del temibile farmaco Mediator.
Già da tempo, ben due inchieste penali erano partite contro il laboratorio per “omicidio colposo con violazione manifestamente deliberata di un obbligo di sicurezza o di prudenza imposti da leggi o regolamenti e causando disabilità per lesioni involontarie aggravate”.
Il Mediator, per chi non lo conosca, è un farmaco prodotto dal laboratorio Servier indicato per la cura del diabete e dell’obesità, comunemente usato come un soppressore dell’appetito, che avrebbe causato nella sola Francia la morte da 500 a 2.000 persone che lo avrebbero utilizzato nei 33 anni in cui è stato sul mercato ed in particolare dal 1976 al 2009, anno del suo ritiro dal commercio nel paese transalpino.
In realtà al di là delle presunte proprietà anti diabete, lo stesso si è dimostrato quale un potente anoressizzante derivato dall’anfetamina, che ha causato, secondo alcune stime, danni permanenti a 3500 francesi e non si sa a quanti cittadini europei visto che sino a quasi alla metà del 2005 era commercializzato nel resto d’Europa.
Vi è da specificare che nel lungo periodo di commercializzazione si sono evoluti anche i sistemi di farmacovigilanza, che hanno consentito anche nel recentissimo passato il ritiro di moltissimi dal commercio, la modifica delle indicazioni terapeutiche, o aggiunti nuovi “warnings” in merito a possibili effetti collaterali, ma il caso del Mediator fa testo a parte.
Il farmaco incriminato è basato su un principio attivo denominato benfluorex, che è un derivato funzionale della fenfluramina, la quale riduce l’assorbimento dei grassi e l’iperglicemia. Tali funzioni del Mediator ne hanno stimolato l’impiego anche nel trattamento dell’obesità e sulla base di studi centrati sui problemi legati al diabete di tipo “2” è stato in commercio anche in Italia fino al 2003, data del ritiro da parte della ditta produttrice per il mercato del Belpaese, mentre in Spagna veniva tolto dal mercato nello stesso anno a seguito delle denunce di gravi effetti collaterali di natura cardiovascolare: in particolare, ipertensione polmonare e valvulopatia.
Diversamente in Francia, i laboratori Servier sono apparsi quasi intoccabili, tant’è che nonostante le polemiche e le segnalazioni lo stesso è stato commercializzato fino al 30 novembre 2009.
Ciò che stupisce è che gli effetti collaterali delle fenfluramine erano noti da prima del 1997 quando, in particolare, nel giugno dello stesso anno la Food and Drug Administration, l’ente americano che si occupa della vigilanza sui farmaci, evidenziò le prime reazioni avverse della molecola in combinazione di altre: si trattava di 24 pazienti che avevano sviluppato patologie valvolari che per la particolare casistica venne associata all’assunzione di fen-phen (fenfluramine-phentermine).
Il 15 settembre del 1997 la FDA annunciava l’immediato ritiro della Fenfluramine e Dexfenfluramine.
Risulta evidente, quindi, che nonostante tali provvedimenti da parte di un ente di vigilanza così autorevole, tali molecole siano state commercializzate in Europa per ulteriori 13 anni forse per i forti rapporti con il mondo della politica, in particolare transalpina, che avevano permesso a Jacques Servier di godere di una stima ed una reputazione altissime.
Nel frattempo, nel luglio 2009, Jacques Servier, soprannominato in seguito da alcuni giornali come “l’imprenditore della pillola killer” aveva ricevuto la Legion d’Onore, la più alta onorificenza della Repubblica francese, dalle mani del presidente Nicolas Sarkozy, già avvocato dell’azienda prima di diventare ministro dell’Interno.
Secondo alcuni, gli intrecci tra l’imprenditore e la politica d’oltralpe, in parte potrebbero spiegare l’eclatante ritardo con cui il Mediator è stato ritirato dal commercio, solo alla fine del 2009.
Ma Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” fondatore dello ” Sportello dei Diritti” si chiede come mai in Italia sia stato consentita la commercializzazione sino al 2003, ossia a circa sei anni di distanza dalla forte presa di posizione della FDA, e quali effetti abbia potuto causare sui pazienti che ne hanno fatto uso sino a quell’anno. Forse le risposte potrebbero essere date da un’inchiesta da parte del Ministero della Salute che
Nel frattempo, qualsiasi cittadino che può dare la sua personale testimonianza in merito agli effetti anche presunti relativi all’utilizzo del farmaco, può contattare lo “Sportello dei Diritti” agli indirizzi reperibili sul sito www.sportellodeidiritti.org
Givanni D’Agata
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