
Il mio viaggio che è iniziato l’altro giorno
Oramai penso siamo molti quelli accomunati da questo disagio profondo, un buco nero, un malessere radicato che ormai, credo, ha un qualcosa di generazionale.
E’ come se tutto corre veloce verso chissà dove , in cui l’ansia di arrivare ha ormai soppiantato il puro e semplice piacere di andare.
Un’ istinto vitale che alimenta mille domande che si possono riassumere in una sola: ma io che cavolo sto correndo a fare?
Ed è a questo punto che inizia a mancare il respiro, che si perdono quei punti di riferimento che fino a poco prima sembravano scogli inamovibili, è proprio a questo punto che si perde il filo con quello che si è , e con quello che si fa, e l’unica via che appare possibile è la fuga.
Fuggire, via da qui, da questo inverno freddo e desolato, via da questo cielo rivestito di stelle che sembrano non brillare per noi.
Fuggire da noi stessi, perché ci facciamo paura, così fragili e sperduti.
Eppure fuggire non è sempre fuggire da se stessi.
A volte è semplicemente fuggire verso se stessi.
E a quel punto, io ne son convinto, non è nemmeno più una fuga.
Diventa un viaggio, e questo io l’ho iniziato ma non posso dire perché.
Un cordiale saluto alle signore, ai signori, alle signorine e ai signorini.
Vi auguro la vostra buona vita felice e visitate anche voi questo posto da favola.
Ma non credeteci troppo………..

