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Fasano, una città col bollino… blu

Da Trame In Divenire @trameindivenire
Fasano, una città col bollino… blu

Torre Canne in una visione immaginifica

Bandiera Blu 2011

E’ del 10 maggio la notizia dell’assegnazione della Bandiera Blu al mare e alle coste di Fasano, nel cuore delle Puglie.

In poche ore i giornali della Puglia battevano la notizia mettendo in evidenza la novità dell’assegnazione del riconoscimento a Fasano. La stessa testata giornalistica on line Gofasano ha dedicato ben 4 articoli in un solo giorno al riconoscimento internazionale assegnato alla terra di Egnazia, raccogliendo commenti e dichiarazioni di politici e operatori del turismo. Tutti nel segno di una grande attestazione di merito.

Fanno il paio le dichiarazioni del sindaco Di Bari, per il quale il riconoscimento è solo un primo passo verso un territorio “garantito” e “certificato” a disposizione della domanda turistica, e quelle dell’assessore regionale alle opere pubbliche e alla protezione civile Fabiano Amati che propone di issare la bandiera blu su tutte le residenze pubbliche della città.

Vanto e ipocrisia

Che questo riconoscimento sia un vanto per il territorio di Fasano non c’è ombra di dubbio. Ciò non deve indurci a dimenticare la realtà, quella realtà sfuggita alla Fee (Fondazione per l’educazione ambientale che assegna le bandiere blu) e rimossa da una parte della cittadinanza assuefatta a una sorta di “democratura clientelare”, dove il cittadino, a mala pena, decide in funzione del proprio orticello, quando c’è.

Dubbi sulla condizione del territorio, mare compreso, ne restano tanti.

Non si comprende, ad esempio, come sia potuto sfuggire alla Fee la condizione in cui versa il litorale in quelle aree invase da strutture pseudo ricettive semi abusive e più in generale riguardo gli scarichi a mare, quelli derivanti dalle abitazioni come quelli delle attività prospicienti. Certo se i rilievi fatti dal Fee risalgono ai periodi di basso impatto turistico sarà stato difficile notare come le acque marine in superficie, soprattutto nel pomeriggio, sono cariche di liquami e scarichi di ogni sorta.

Non si comprende ancora come gli ispettori del Fee non si siano resi conto che lungo la costa, nei tratti interessati dalle proprietà private, non si consenta il libero accesso al mare, soprattutto ai disabili. Cordoli di cemento armato, purtroppo, non mancano. Potremmo parlare, ancora, delle dune divelte per far spazio a parcheggi, o della tristemente nota necropoli di Egnazia coperta da un campo da golf, alla via Traiana impedita da un villaggio turistico d’élite.

Dubbi e certezze

Dubbi se ne potrebbero sollevare ancora e pur vantando il riconoscimento del Fee, ma senza nascondere la realtà dei fatti come la polvere sotto il tappeto, meglio sarebbe rendere pieno merito alla Bandiera Blu rimuovendo ogni ipocrisia e falsità.

La terra di Egnazia e del dolmen è sempre più lottizzata dagli speculatori grazie al beneplacido della politica. Un territorio (bene pubblico) svenduto ai privati è come un patrimonio caduto nell’oblio e con esso la cultura e le radici di chi lo abita. E’ così che si perdendo tradizioni, cultura, lavoro, la stessa identità essenziale che trae la vita dal territorio. Proprio come un bimbo trae il suo sostentamento dal grembo materno.

Lo stesso sindaco Di Bari ha dichiarato che <<Solo mettendo insieme le peculiarità di ogni territorio possiamo essere completi ed essere all’avanguardia. Nel territorio fasanese, ad esempio, predomina l’economia turistica che ha superato quella agricola e artigiana>>.

Pare l’ennesima contraddizione servita a chi non riconosce più l’inganno e il miraggio somministrati omeopaticamente.

Essere fieri di un sorpasso del genere significa non rendersi conto che ad essere sorpassate, abusate e violentate, sradicate, sono l’identità, la cultura, l’arte, il lavoro, l’essenza di migliaia di persone.

Identità e vocazione

Prima di preoccuparci dell’immagine e della propaganda del nostro territorio dovremmo preoccuparci della sua tutela e della condivisione di un patrimonio che non può essere riservato a pochi beneficiari a pagamento, per una breve e lussuosa vacanza, ignorando chi il territorio lo vive quotidianamente mentre inaridisce.

Quanti si rendono conto che prima ancora della vocazione turistica e insieme ad essa c’è quella ancora più antica ed essenziale, vitale, come quella agricola e artigianale (basti pensare alle potenzialità dell’agroindustria), legate alla natura del territorio, completamente obliate dalle amministrazioni degli ultimi venti anni?

Quanti si rendono conto che stiamo vivendo un vero e proprio sradicamento del contenuto dal contenitore che ci porta verso l’aridità, compresa quella delle coscienze?

Altro che Bandiera Blù! Sembra quasi un bollino…

Ve la ricordate Banana Republic di De Gregori e Dalla? Bene, vale la pena di riascoltarla.

Intanto  su Facebook c’è chi si diverte ad immaginare Torre Canne come una nuova Abu Dhabi. Per il futuro fate un po’ voi.


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