Oggi Michele Prospero dice che:
“La rottamazione è un arnese del populismo contemporaneo che scommette sull’istintualità irriflessiva del pubblico e sull’oblio della ragione critica: in nessuna democrazia si ingiuria la propria classe dirigente, per affidare la continuità della Repubblica a Bossi, Berlusconi, Cicchitto, Casini, Fini, La Russa, Gasparri, Tremonti.”
E definisce la rottamazione una cosa fascistoide.
No, caro Prospero, la natura fascista sta nella supremazia dei singoli, nel loro considerarsi indispensabili. Mai concetto di destra, superomista è apparso così incarnato nella nostra natura italica. Se poi si sposa nel suo essere prevalentemente maschile raggiunge livelli di fascismo arcaico ineguagliabili.
Il ricambio è democrazia. E se questo ricambio non è possibile, da che mondo e mondo si fa la rivuluzione. Oggi con l’anima riformista la chiamiamo rottamazione. Guarderei lo stato delle cose se fossi un bravo analista politico. Oggi Bossi e Berlusconi sono quelli che in questi venti anni hanno governato più dei Veltroni e dei D’Alema. Forse solo Prodi ci ha salvato dall’oblio politico totale. E Prodi somiglia più a Monti che alla classe dirigente del PD, se proprio vogliamo guardare in faccia la realtà. Quindi chi è che ha consegnato gli ultimi venti anni in mano a Berlusconi? Renzi?
E su.