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Fasi ormonali della singletudine

Creato il 06 settembre 2012 da Lacocchi @laCocchi
Essere tornata single dopo quella storia di cui tutti sono a conoscenza raccontata per filo e per segno qui, è una faccenda strana.
Pensavo, nel momento esatto in cui ho scoperto di essere cornutissima, di aver finalmente attaccato al chiodo i miei ormoni sempre pronti a convolare a cena con qualcuno nuovo ogni due per tre. Pensavo di aver trovato anche io quello giusto che pucci picci, quello che mi regala i fiori al compleanno e mi fa le sorprese la domenica mattina e "Magari andiamo a convivere!"
Pensavo, io. E invece no.
Quindi quest'estate 2012 ho sperimentato le famosissime fasi ormonali della singletudine.
Perché dopo un po' che sei in coppia, dimentichi che la vita del single è assai dura. E in coppia si dimenticano anche le fasi della singletudine. Perché esistono. E perché non è che essere single sia così semplice, rose e fiori e baci rubati.
Essere single è difficile. Soprattutto in questa giungla di uomini cerebrolesi.
La prima fase ormonale della singletudine è l'odio, nel caso in cui siate stati lasciati e o cornuti, come nel mio caso. In caso contrario, suppongo che l'odio venga rimpiazzato da un senso di libertà e leggerezza paragonabile all'aver finito gli esami di maturità.
Quando invece si è lasciati, si odia. Incondizionatamente.
Voi tentate di combattere l'odio con sorrisi di circostanza e frasi amorevoli, e ogni volta che qualcuno vi racconta la bellissima storia d'amore che sta vivendo voi li guardate e dite "Come sono felice per voi". 
Ma in realtà è tutto un mare d'odio.
Odiate tutti. Odiate le coppie, odiate chi ama, odiate chi parla dell'amore, odiate chi fa sesso, odiate anche chi ci prova con voi, perché istantaneamente diventa un coglione e o una troia, al femminile.
Odiare è il vostro passatempo preferito. Odiare e pensare che l'amore fa male, e odiare fa bene. E allora odiate.
Odiate e augurate herpes genitali, aggiungerei.
La seconda fase che mi sono trovata ad affrontare è stata quella che sorella ha soprannominato come men detox.
Tutto è nato un giorno, sorella dice "Devo mettermi a dieta", io dico "Io devo smetterla di uscire con idioti", lei dice: "Sorella, vai in men detox."

Altro che disintossicazione da sigarette, alcool e droga. Ho deciso di sperimentare una nuova fase della singletudine: la disintossicazione dagli uomini.
Le regole della disintossicazione prevedono: non parlare, nominare, vedere, ascoltare, pensare agli uomini. Niente cene romantiche, niente numeri di telefono lasciati in giro, niente chiacchiere con sconosciuti. Niente. Alla domanda hai il ragazzo, si risponde con ho scelto l'asessualità a tempo indeterminato, scusa.  Alla domanda ti andrebbe di venire da me, si risponde con un anche no.  All'affermazione mi piacerebbe portarti a cena, si replica con un non mangio mai dopo le 18. Scusa. Alla visione di un soggetto fico che ti sorride, sorridere ma ricordarsi che dalla cintola in giù, si è in sciopero. 
L'idea della men detox è di capire che non c'è bisogno di avere un uomo per sopravvivere, ma anche capire che cosa si vuole davvero dalla vita sentimentale, da se stessi. E soprattutto, la men detox serve a capire che non ci si deve gettare sul primo che passa perché, il 99% delle volte, è un cretino.
La disintossicazione può essere sia maschile che femminile, eh. Uomini, provate anche voi.
Ho resistito alla disintossicazione a lungo. Meditando, pensando a frasi zen quali "Tutto questo un giorno ti porterà a vivere la relazione perfetta, certo sti cazzi", bevendo litri di gin e tentando di frenare i miei ormoni ballerini e i miei istinti di attaccare bottone anche con il più brutto del locale, solo perché aveva fatto una battuta divertente.
Ho resistito agli istinti e ho fatto finta che nessuno mi scrivesse messaggini carini (cosa che in effetti non succedeva), che nessuno mi dicesse prima o poi comunque dovrai uscire con qualcuno. 
Ho tentato di ignorare chi mi diceva vedrai quando ti parte l'ormone. 
Ho fatto finta di non ascoltare chi mi metteva preservativi nel portafoglio che potrebbero sempre servirti. Servirti per esempio a fare una figura di merda con la tua estetista che, nel tentativo di non farti rovinare le unghie appena laccate di rosso, estrae un bel pacchetto Durex invece che la tua carta di credito dal portafoglio.
Ho tentato a lungo di resistere. E poi sono stata assalita dall'ultima, insidiosa, tremenda fase della singletudine. Eccola lì, nascosta tra l'odio e la disintossicazione, la terza, bastarda fase della singletudine: L'ORMONELLOSI. Nota anche ai più con: necessità impellente di avere contatto con l'altro sesso.
E allora ho pensato che fosse giunto per me il momento di tornare a parlare con gli uomini, di tentare di instaurare una nuova relazione con qualcuno, di dare un'altra chance a questi strani personaggi.
Ed ecco quello che ho ricevuto:
Numero 1 proposta di cena con lieto fine, solo nel caso in cui IO avessi portato i preservativi, che lui non aveva tempo di prenderli. E io non ho tempo di dartela.
Numero 1 proposta di andare in trasferta in una città:" Puoi venire quando vuoi tu." "Ottobre?" "Eh no ottobre sono incasinato. Prima non posso. No, guarda, fa lo stesso." E allora ciao.
Numero 1 proposta di uscire a cena "prima che passi troppo tempo", che sennò poi alla stazione saluti un'altra.
Numero 1 proposta di uscire da uno dei miei clienti al pub. Che, per la cronaca, beve nove pinte a sera, è padre single e al mio "Mah, non saprei" ha risposto con un "Beh, fammi una Heineken allora".
Ma soprattutto, numero una cena, con tizio carino, simpatico, amorevole.
Ci siamo, è fatta, penso. Ho trovato con chi distruggere la mia disintossicazione, almeno per qualche tempo.
Alla fine della cena arriva il conto io abbozzo un educatissimo "Vuoi che dividiamo?" 
E lui abbozza un seriosissimo: "OVVIO". 
Non un no, ma dai, figurati, cosa dividiamo, non ci pensare. No, lui ha detto OVVIO.
Ovvio.
Ovvio che torno in men detox.

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